The Father

Un paio di mesi fa ho visto il film The Father, con Anthony Hopkins e Olivia Colman, che interpretano rispettivamente un uomo ultraottantenne della Londra bene e sua figlia Anne. All’inizio del film, Anne informa il padre che presto si trasferirà a Parigi con il suo nuovo compagno e insiste sulla necessità che lui accetti l’aiuto di una persona che si occupi di lui stabilmente, come sta facendo lei ultimamente. Lui, dichiarando di non aver bisogno di nessuno, si mostra arguto e civettuolo con la badante che viene in prova, salvo poi trattarla malissimo e cacciarla. L’uomo spesso menziona un’altra figlia, che però non viene mai a trovarlo. Talvolta appare un tizio antipatico che dice di essere il marito di Anne, altre volte gira per casa una coppia di perfetti sconosciuti. Anne cambia volto di tanto in tanto e nega di aver mai detto di volersi trasferire a Parigi. Anche la casa sembra cambiare forma: le stanze non sono dove dovrebbero essere e, a un certo punto, scompare un quadro dipinto dall’altra figlia…

Arriva la fine e non si è davvero capito cosa sia successo o quando… Il punto di vista da cui il film è girato è infatti quello di un uomo che sta lentamente perdendo le sue facoltà, e non è davvero importante se sia a causa dell’Alzheimer, di una patologia vascolare o di un’altra forma di decadimento cognitivo. Questo è ciò che rende il film allo stesso tempo illuminante e straziante: illuminante perché ci permette di allontanarci dal nostro punto di vista razionale e “normale”, facendoci comprendere come una persona in quelle condizioni percepisce la realtà; straziante perché ci mostra l’ineluttabilità della situazione e l’inutilità di tutte le strategie che mettiamo di norma in atto per spiegare o far memorizzare qualcosa a qualcuno.

Consiglio davvero di vedere questo film a chiunque (e siamo in tanti) abbia uno o due genitori che si stanno a poco a poco allontanando da ciò che erano. Non renderà più facile o meno dolorosa la cosa ma quantomeno permetterà di capire che è tutto penosamente normale e forse anche di sentirsi meno soli. 

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A couple of months ago, I watched the film The Father, starring Anthony Hopkins and Olivia Colman, who respectively play an elderly man from upper-class London and his daughter Anne. At the beginning of the film, Anne informs her father that she will soon be moving to Paris with her new partner and insists that he accept the help of a caregiver to look after him permanently, as she has been doing lately. While claiming that he doesn’t need anyone, he is witty and flirtatious with the caregiver on trial, only to treat her terribly and dismiss her a couple of days later. The man often mentions another daughter, who never comes to visit him. Occasionally, an unpleasant man appears, claiming to be Anne’s husband; at other times, a couple of complete strangers can be seen in the house. Anne changes her appearance from time to time and denies ever saying she wanted to move to Paris. Even the house seems to change shape: the rooms aren’t where they should be, and at one point, a painting by the other daughter goes missing…

By the end of the movie, it’s unclear what has happened or when… The film is actually shot from the perspective of a man who is slowly losing his faculties, and it doesn’t really matter whether it’s due to Alzheimer’s, a vascular condition, or another form of cognitive decline. This is what makes the film both enlightening and heartbreaking: enlightening because it allows us to step away from our rational and “normal” point of view, helping us understand how a person in that condition perceives reality; heartbreaking because it shows us the inevitability of the situation and the futility of all the strategies we usually employ to explain or to make someone remember something.

I highly recommend this film to anyone (and there are many of us) who has one or both parents slowly drifting away from who they once were. It won’t make the situation any easier or less distressing, but at least it will help us understand that it is all painfully normal and will perhaps even make us feel less alone.

1 commento a “The Father

  1. Ottima recensione di un film importante che è al maschile quello che è stato rappresentato in un altro film coraggioso: Away from Her – Lontano da lei del 2006. La recitazione di Hopkins sembra l’unica possibile per questa parte tanto da trasformare il film quasi in un giallo, sempre con un alto tasso di tensione. Hai ragione Claudia è un film soprattutto per riflettere e aiutare a capire un dramma della vecchiaia.

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