La maggior parte di quello che mi viene da fare nel tempo libero e anche in quello che tanto libero non dovrebbe essere è assolutamente inutile eppure così irrinunciabile.... Ad esempio, stamattina sono andata a ritirare due cose che avevo ordinato dal Libraccio: il dizionario di svedese e l'edizione De Agostini del Dizionario Visuale in 5 lingue (originariamente Dorling & Kindersley). E se il secondo è già comprensibile (visto che più o meno tutte e quattro le lingue diverse dall'italiano le ho studiate e sono anche potenzialmente utili nei viaggi), che dire del primo? Se anche andassi in Svezia farei prima a parlare in inglese. Ma è così, quel poco che sto imparando guardando L'Isola dei Gabbiani (che sì, mi sono procurata nella sua interezza e in svedese) mi dà quel brivido allo stomaco che non si può certo trasmettere, solo condividere. E' una sensazione che molte attività mi procurano ma che è particolarmente accentuata quando sono coinvolte delle lingue, dal loro funzionamento alla loro storia.
Spesso mi capita di invidiare chi fa un lavoro - commessa, meccanico, agricoltore - per cui una volta arrivato a casa è libero nella testa, così che un'eventuale scelta di "erudirsi" o di approfondire un qualsiasi argomento sarebbe volutamente fine a se stessa e senza la sensazione di rubare tempo a ciò che serve pro-lavoro. Solo che poi magari mi immagino di fare qualcosa tipo lavorare in libreria e penso già a cosa potrei inventare per insegnare qualcosa a qualcuno... Perché anche quella è una cosa che mi dà il brivido allo stomaco, se non fosse per la maggior parte di quelli a cui devo insegnare che fa di tutto per trasformare il brivido in nausea. Un vero circolo vizioso.
E ora mi prendo uno spazio pubblicitario perché voglio davvero consigliare a tutti di comprare il suddetto
Dizionario Visuale. Come tutti i prodotti D&K è una festa per gli occhi oltre che per la mente.