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Wed 30 November 05
Fiumi di parole
Sono quelli che si sprecano in riunioni come quella di oggi, che peraltro (fortunatamente) è andata un po' meglio del solito. Sono tanto più frustranti quando molti non sembrano ascoltare né tantomeno tentare di aggiustare le proprie idee personali rispetto a quello che dicono gli altri. Gli interventi, spesso disordinati, sembrano un modo per provare il piacere di ascoltare la propria voce, non esibiscono alcuna volontà di coordinarsi o di lavorare con quella logica che sa prendere spunto anche da un'opinione contraria per ridare forma alla propria.
E' una riflessione critica nei confronti di alcuni miei colleghi, ma si inserisce in un'auto-critica personale che sto facendomi - o meglio che costantemente mi faccio (present continuous vs simple present).
Perché proprio prima di andare alla riunione pensavo a come faccia fatica a mettermi in ascolto ma non tanto delle parole, più che altro del silenzio. Ho paura del silenzio. Come se dietro il silenzio si nascondesse quello che non vorrei sentire. E allora parlo, blatero, ricapitolo, rompo l'intensità pur di sentire (con le orecchie) qualcosa. E in quei momenti non sono meglio dei miei colleghi che cercano, attraverso i loro interventi, di ritrovare una sicurezza dove la vedono minacciata.
18:02:36 -
Claudia -
categoria:
riflessioni
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