Jump to navigation
Mon 24 July 06
Sentieri
L'unico modo
di salvare dei link oggi mi sa che è questo....
pazienza...
16:14:57 -
Claudia -
categoria:
spunti
Phishing - look out
Be', ecco cosa mi è successo stamane. Ho ricevuto un messaggio dalle "poste italiane" , peraltro NON all'indirizzo che ho con loro (che mi serve per pagare qualche bollettino on-line), che mi sollecitava ad un urgente verifica dei miei dati angrafici, nei quali c'era un'incongruenza, pena l'interruzione dei loro servizi. Ahah! Per chi mi prendono? Cmq mi sono collegata al link per curiosità e vedere cosa chiedevano. Prima pagina molto simile a quella delle poste: mi chiedono nome utente e pw; io il nome lo do giusto, la pw no, e mi portano avanti lo stesso... questa è la prima verifica che il sito non può essere quello originale. Se clicco su "possessori di poste-pay" mi chiedono i numeri, ma vah? Ma quelli non sono dati anagrafici! Be' cmq, mi collego anche al sito delle poste (che è collegato da lì) e controllo l'indirzzo IP, diverso naturalmente da quello del sito incriminato, che ha peraltro pure un altro nome, www.posteitaliane-secure.net/ e non www.poste.it .
Tutto qui - state attenti eh!
08:04:18 -
Claudia -
categoria:
spunti
Tue 18 July 06
Finding Neverland
Ieri sera finalmente sono riuscita a vedere Finding Neverland in televisione. Parla (per chi non l'avesse visto) della genesi di "Peter Pan", ispirato dalll'incontro tra l'autore, James Barrie, e una vedova con 4 figli maschi, uno dei quali, Peter, sembra cresciuto più precocemente degli altri a seguito della morte del padre; è quello dei 4 che vede la realtà con maggiore disincanto, che non ama usare l'immaginazione, che ha paura di essere ancora preso in giro dalla vita. Barrie, con un matrimonio ormai in crisi, incomincia a frequentare la famiglia sempre più spesso, facendo giocare i bambini, cercando di aiutare la vedova e fregandosene delle critiche dei benpensanti nella Londra edoardiana. Alla fine del film, dopo la morte prematura della giovane donna, tutti saranno convertiti - perfino la nonna dei bambini che aveva cercato di allontanare Barrie dalla sua famiglia. Così la lacrimuccia finale è un po' d'obbligo e si accompagna quelle di Peter che finalmente riesce a piangere la morte dei genitori e nello stesso tempo a sfogarsi, iniziando pure lui a scrivere.
C'è commozione, idealismo, speranza.
Il personaggio di Peter Pan forse assomiglia più al suo autore che al bambino da cui prende il nome; ma l'omonimia accompagnerà quest'ultimo fino alla sua morte, ossessionandolo (questo nel film ovviamente non si vede...) fino a portarlo all'alcolismo e al suicidio. Per aggiungere danno alle beffe, alla morte di Barrie, i 2 fratelli rimasti (gli altri 2 muoiono in circostanze tragiche, uno in guerra e uno pure suicida) non vedranno nemmeno l'ombra dell'eredità dell'uomo che li aveva infine adottati.
E' sempre un po' un anti-climax leggere l'epilogo di una storia vera così ben rappresentata in film. Si perde la poesia, viene anche un po' di tristezza. Ma per me è inevitabile, curiosa come sono. Vuol dire forse che l'isola che non c'è davvero non c'è?
18:22:52 -
Claudia -
categoria:
spunti
Fri 19 May 06
Sito sospetto assai
E' un po' di settimane che arrivano mail piuttosto strane ma a prima vista "credibili" - una con una lista di premi a cui accedere tramite un concorso, una con una conferma di ordine mai fatto, una da un avvocato con allegate "immagini dei documenti promessi". Il tutto fa capo a "www.ciritorno.biz".
La lista dei premi non si apre (ammetto di averci provato) né il collegamento all'ordine fatto (ammetto che anche lì ci ho provato, avendo appena fatto una richiesta di un preventivo su un altro sito), invece le immagini allegate alla mail di oggi (da tal avv. Lorani - con indirizzo lorani@libero.it) non le ho aperte ma esaminandone le proprietà ho visto che il collegamento è sempre a quel sito.
Immettendo solo l'indirizzo qui sopra nel browser esec una pagina in costruzione con una scritta in caratteri simil cinesi. Mi piacerebbe sapere se c'è scritto "asino chi legge".
Non sono riuscita a trovare nulla su google, qualcuno ne sa qualcosa?
15:00:41 -
Claudia -
categoria:
spunti
Thu 20 April 06
For the Longest Time
Canzone.... Oh, insomma, inizio domani a smettere.
Non la copio qui no, ok, ne linko soltanto il testo.
E' bellissima, parole e musica.
Del resto l'ho risentita per caso a Barcellona, e me lo sono segnata che dovevo ritrovarla... Sarà stato un caso?
Bravo Billy.
http://www.duchessathome.com/music/longesttime.html
18:46:07 -
Claudia -
categoria:
spunti
Wed 19 April 06
Quote
"Una porta non è una porta se non ha un palazzo intorno, altrimenti sarebbe solo un buco, che dico, neppure quello, perché un vuoto senza un pieno che lo circonda non è nemmeno un vuoto"
U.Eco "Baudolino"
16:44:01 -
Claudia -
categoria:
spunti
Tue 11 April 06
Lettera dall'Oregon
Voglio copiare qui la lettera pubblicata qui oggi sulla Provincia di Como. In questa giornata in cui mi sento come se fossi stata lasciata da qualcuno o come quando mi venne comunicata la notizia della malattia di mio padre 24 anni fa, ecco parole che condivido e che vorrei fossero graffitate sulle case di tanti comaschi, con vernice indelebile e che riappare ad ogni ripittura.
****************
RUMESH
Credo che nella convalle qualche cosa si sia inceppato
Ma che città è mai diventata Como? Agenti armati che vanno alla ricerca di graffitari?
Morire per il desiderio di lasciare un segno su qualche muro della città? E? veramente questo il pericolo maggiore contro cui i comaschi chiedono di mettere in campo le forze di polizia locale? Se così è, credo che ci sia qualcosa che si è inceppato nella convalle.
Non scrivo per criminalizzare chi ha sparato. Scrivo per far riflettere i comaschi su qualcosa che è cambiato nella loro città e che forse faticano a vedere o ad accettare.
Sotto la spinta del nuovo portato dalla globalizzazione, la città si sta chiudendo a riccio.
In un mondo che diventa sempre più diverso culturalmente e competitivo economicamente, la città fatica a reagire. Preferisce difendere quello che ha, senza comprendere che piano piano anche quel poco che ha se ne andrà. Inesorabilmente. Cosa fare?
La risposta sta scritta sulla lapide che i comaschi hanno fisso sulla facciata della torre medievale di Palazzo Cernezzi, in via Vittorio Emanuele - ma che di essa pare si siano dimenticati. E? l?incisione che riporta le parole di Strabone sulla fondazione di Como ad opera di cinquecento neo comites nel 59 a.C. Coloni greci che nulla avevano a che fare col sostrato celtico della popolazione locale. Quelli che oggi chiameremmo extracomunitari?
esattamente come la famiglia di quel ragazzo che ha avuto la testa trapassata da un colpo di pistola. Fu grazie all?apertura a genti diverse e alla cultura mercantile di queste genti che Como iniziò a prosperare nei commerci tra i Latini e le popolazioni transalpine.
Oggi la globalizzazione chiama di nuovo all?apertura. Apertura alle sfide di un mercato globale e di una società multiculturale.
Ma la città fatica ad aprirsi. Sia per ragioni demografiche, sia ecomiche. Como è una città che invecchia. La popolazione superiore a 65 anni è il doppio della popolazione tra 0 e 14 anni. Le nascite di bambini extracomunitari sono le uniche che le consentono di far fronte al declino demografico.
Dal lato economico, la crisi strutturale del comparto tessile ha inciso fortemente sulla crescita del valore aggiunto che, tra il 1995 e il 2003, facendo registrarre un modico 2,7%, ha posto la provincia di Como al 99? posto su le 103 province italiane.
Una città vecchia e preda di una crisi economica produce sentimenti di chiusura, insicurezza e sfiducia che si riflettono nelle politiche di governo territoriale. Così la città preferisce dire di no ai nuovi extra-comunitari
che chiedono uno spazio dove poter pregare il loro Dio, anziché affrontare questa sfida sulla base di un progetto volto ad integrare e valorizzare, e non escludere e marginalizzare la diversità. E così preferisce pure curarsi del nitore degli intonachi dei propri edifici, allestendo forze di polizia locali anti-graffittari, senza dubitare che le minacce alla sicurezza della città si nascondano altrove.
C?è qualcosa di perverso e assurdo in questa logica che spinge alla chiusura e alla difesa ad oltranza della ?nostra? identità e della ?nostra roba?. In un mondo globale, non è certo una politica di difesa che può portare a nuova crescita. Occorre che la città si fermi e rifletta su se stessa, sui propri obiettivi, sui propri progetti. La sensazione invece è che preferisca curarsi del proprio intonaco, evitando di affrontare i problemi sociali ed economici che quell?intonaco nasconde.
Forse una passeggiata in via Vittorio Emanuele, sotto la Torre di Palazzo Cernezzi, può essere di consiglio per una città che ha di nuovo bisogno di aprirsi al confronto, alle sfide e al coraggio di rischiare.
Marco Antonsich
Boulder - Colorado
19:20:39 -
Claudia -
categoria:
spunti
Thu 06 April 06
Pride and Prejudice
Pride and Prejudice è uno dei miei romanzi preferiti di tutti i tempi. Lo lessi in quarta, quando stavamo studiando Emma in classe. La Austen mi è sempre piaciuta per la sua prosa settecentesca, ricca ma non pomposa, per quei suoi paesaggi così vividi, per le sue storie a lieto fine pur non banali, arricchite di momenti di suspense e di colpi di scena, per il suo porgerci personaggi a tutto tondo, con sfumature, contraddizioni, cambiamenti.
La prima versione cinematografica che vidi (forse neanche tutta) fu quella del 1940; un classicone con un cast di tutto rispetto (Laurence Olivier in testa) e una sceneggiatura addirittura di Huxley. Ma non mi piacque. Lo trovai affettato e anacronistico, laddove il romanzo rimane fresco e attuale.
Qualche anno fa comprai e vidi il DVD dello sceneggiato della BCC, del 1995, che aveva a suo tempo portato alla fama Colin Firth e ispirato la creazione di Bridget Jones. Diversi miti messi insieme... (per me, ovviamente...). Ben fatto, fedele, con personaggi spessi come nel libro, dialoghi conformi, attori credibili nonché ambientazioni, scenografie e costumi filologicamente corretti. Un capolavoro.
E ieri sera il film più recente, dello scorso anno, con una Keira Knightely che ormai si vede dappertutto. Non spiacevole ma per nulla memorabile. Certo, le 5 ore dello sceneggiato contro le 2 del film non possono che risultare vincenti se nel film si è costretti a tagliare qualsiasi momento di suspense (ogni situazione problematica si risolve in pochissimi minuti) e a risparmiare moltissimo sulla psicologia dei personaggi. Però.... Forse qualcosa di meglio si poteva fare? La Knightely è brava, anche meno bella di quanto la ricordassi (Elisabeth Bennet non può essere troppo bella), simpatica ma piatta (e non solo di petto...). Non sono riuscita ad empatizzare. Matthew Macfadyen, Mr Darcy, è abbastanza azzeccato fisicamente e non recita certo male. Piattino anche lui però. Belli i paesaggi e le ambientazioni molto "da quadro" ma i costumi (e di questo ho letto la critica) pare non siano sempre credibili, né lo sono alcuni comportamenti. C'è un ammodernamento che non ha il coraggio però di esserlo completamente...
La storia comunque è sempre la prima attrattiva, per noi donne intendo... la lacrimuccia in fondo ci scappa. Chi non vorrebbe "sentirsi morire di felicità" come Jane dopo che Bingley si è finalmente dichiarato. Chi non vorrebbe provare l'emozione di ritrovare l'amore prima rifiutato e poi ritenuto perduto, come succede a Lizzie con Darcy?
Forse nella vita vera queste cose non succedono. Forse nel '700 era diverso. Forse nella mente della Austen si voleva che lo fosse. Mah. Però, un po' di invidia, anche qui...
16:43:07 -
Claudia -
categoria:
spunti
Wed 05 April 06
On-line learning
Ho trovato questo sito canadese,
http://international.ouc.bc.ca, che, utilizzando tecnologie audio e video, propone attività per migliorare il proprio inglese.
Si può per esempio lavorare sulla
pronuncia (ovviamente variante nord-americana), oppure assistere a vere e proprie
lezioni grammaticali in video, corredate da qualche esercizio. Vi sono molti altri spunti. La costruzione del sito lascia un pochino a desiderare (usano ancora i frames...) però può essere un indirizzo utile.
18:07:57 -
Claudia -
categoria:
spunti
Wed 29 March 06
Figli di un dio minore
Ieri sera ho guardato Figli di un Dio Minore. Mi piaceva rivederlo, dopo quasi 20 anni, alla luce di quanto ho letto (soprattutto nel libro di Sacks "Vedere Voci") sul linguaggio dei segni, in contrasto col metodo orale imposto sui sordi, che sembra andare per la maggiore nell'istruzione di questi ultimi. In effetti, per una appassionata di lingue come me, è stato interessante. Ho anche imparato a dire "ho bisogno di te" in ASL oltre al classico (e più semplice) "ti amo".
Il film però ha una complessità ben maggiore. La protagonista si rifiuta sia di parlare che di leggere le labbra, fingendo di non saper fare per nulla quello che non "è brava a fare". Preferisce avere un lavoro solitario e senza prospettive, isolandosi dal resto del mondo , piuttosto che misurarsi con chi forse non la capirebbe, non l'accetterebbe o, peggio, la prenderebbe in giro. E ciò è comprensibile. Anche nella relazione con l'uomo di cui si innamora (ricambiata), insegnante di vocalizzazione nella scuola per sordi dove lei è inserviente, la ragazza porta questo rifiuto, prima ignorando qualsiasi messaggio da parte di lui che non sia in ASL, poi allontanandosi da lui e accusandolo di non accettarla per come è, visto che lui, a volte, manifesta il desiderio di ascoltare la sua voce o provare a capirlo quando parla. Il finale è aperto; i due, che si amano davvero, si riavvicinano ma la soluzione non viene messa in scena.
Lei è arrivata ad essere com'è a causa della sua condizione ma soprattutto a causa di ciò che le è accaduto nel mondo dei "normali"; e va bene. Ognuno di noi, purtroppo, ha un carico di handicap, magari meno evidenti, che si porta appresso nel relazionarsi con gli altri, dovuti ad eventi o a rapporti passati. Ma lui non è semplicemente "un altro", è l'uomo che ama. E lui si sforza, per quanto a volte maldestramente, di comunicare con lei nel modo che LEI ha scelto. Ma se lei non ha colpa per la sua sordità e il suo mondo di silenzio va capito e rispettato, e in qualche modo condiviso, nemmeno lui ha colpa di vivere in un mondo di suoni e di provare emozioni che sono anche portate o mediate dai suoni, e anche questa condizione andrebbe capita, rispettata e in qualche modo condivisa da lei. Mentre fanno l'amore lui le dice qualcosa tipo "Ho bisogno di sentire la tua voce". Lei si arrabbia. Ma non credo abbia ragione di farlo. Lui non le chiede di cambiare, le chiede solo un segno. Un regalo. Lei continuerà ad essere beata con la testa sott'acqua in piscina e lui ascoltando Bach.
Tutti dobbiamo imparare.
19:05:10 -
Claudia -
categoria:
spunti
Mon 13 March 06
Ae Fond Kiss
Robert Burns. 1759?1796 - Ae Fond Kiss
AE fond kiss, and then we sever;
Ae fareweel, alas, for ever!
Deep in heart-wrung tears I'll pledge thee,
Warring sighs and groans I'll wage thee!
Who shall say that Fortune grieves him
While the star of hope she leaves him?
Me, nae cheerfu' twinkle lights me,
Dark despair around benights me.
I'll ne'er blame my partial fancy;
Naething could resist my Nancy;
But to see her was to love her,
Love but her, and love for ever.
Had we never loved sae kindly,
Had we never loved sae blindly,
Never met?or never parted,
We had ne'er been broken-hearted.
Fare thee weel, thou first and fairest!
Fare thee weel, thou best and dearest!
Thine be ilka joy and treasure,
Peace, enjoyment, love, and pleasure!
Ae fond kiss, and then we sever!
Ae fareweel, alas, for ever!
Deep in heart-wrung tears I'll pledge thee,
Warring sighs and groans I'll wage thee!
(GLOSS: wage] stake, plight.)
14:01:01 -
Claudia -
categoria:
spunti
Fair and balanced
Ieri ho passato parecchio tempo di fronte alla TV e mi sono vista "Outfoxed - Rupert Murdoch's War on Journalism" e "Ae Fond Kiss" (Un bacio appassionato) di Ken Loach .
Il primo è un film-documentario del 2004 sulla parzialità del canale americano di notizie Fox che, pur proclamandosi "fair and balanced" (in italiano tradotto "giusto ed equidistante" o "giusto ed equilibrato"), viene descritto come un "prolungamento del braccio propagandista del partito repubblicano". Vi sono essenzialmente interviste ad ex impiegati del canale, giornalisti e produttori, insieme a montaggi di frammenti di quelli che sono i tormentoni del momento utili a convincere il pubblico senza permettere nessun approfondimento.
Il secondo è la storia dell'amore contrastato tra una giovane insegnante di musica in una scuola cattolica di Glasgow e un DJ di origine pakistana, destinato ad un matrimonio combinato.
Due film ovviamente molto diversi ma che permettono una riflessione comune.
Outfoxed denuncia il giornalismo squilibrato, la faziosità, la censura operata dai simpatizzanti di una parte politica nella gestione di uno dei canali di notizie di maggior diffusione. Mostra come si possa manipolare la realtà esponendo solo le tesi di una parte, ridicolizzando quelle dell'altra parte e dividendo il mondo manicheamente tra buoni (l'angelico e benevolo George Bush per esempio) e cattivi (il diabolico John Kerry). Nei dieci minuti finali ecco una esortazione a prendere in mano la situazione, denunciando e boicottando il canale nonché promuovendo e sostendendo le realtà locali libere ed equilibrate.
Per quanto mi trovi completamente dalla parte di chi ha fatto il film (del resto non sono capace di guardare un canale come Rete 4 senza provare una forte nausea e impulso irrefrenabile a girare), non riesco a non essere un pochino disturbata dai commenti su imdb.com dei (per la verità pochi) sostenitori di Fox che denunciano altrettanta faziosità nel documentario poiché, secondo loro, non mostra il disequilibrio e l'inclinazione a sinistra di altre testate giornalistiche. Oufoxed è un film a tesi, una tesi che condivido ma che rischia comunque di semplificare quanto semplice e cristallino non è affatto.
Ae Fond Kiss invece è molto meno un film a tesi di quanto non si potrebbe supporre. Non vi è nemmeno l'idea da Romeo e Giulietta che l'amore vince su tutto. Mette invece in mostra tutta la complessità dei rapporti tra culture diverse, vissuta anche all'interno stesso degli individui, e le tante sfaccettature dell'amore, che rendono tutto così incerto e traballante.
La famiglia del ragazzo non è dipinta come simbolo di oscurantismo o fodamentalismo. Vi è una logica nel seguire un certo tipo di tradizione; accettandone le prescrizioni si hanno in dono sicurezza e stabilità. E' la logica che sposa la figlia maggiore, accettando di buon grado il matrimonio combinato e affezionandosi davvero al proprio fidanzato, così come l'amico di Casim, un altro DJ che fa una vita tutt'altro che "tradizionale". E' una logica che Loach non condivide, e nemmeno io, ma che è quanto meno comprensibile. L'amore dei genitori per i propri figli è sincero così come è sincero il dolore che provano quando questi vanno per la loro strada.
Del resto lo sfondo cattolico in cui si muove la ragazza, sposatasi a 19 anni e poi separatasi, non è dipinto come maggiormente libertario. Si inizia dal parroco che le nega, a causa del suo rifiuto di chiedere l'annullamento e di sposarsi con tutti i crismi con il ragazzo con cui vive, il "certificato di approvazione" necessario per ottenere il posto fisso nella scuola cattolica in cui ha delle supplenze; si finisce col suo licenziamento per decisione "dall'alto" pur dopo che il preside della scuola le aveva confermato il lavoro nonostante la mancanza del certificato.
I due ragazzi nonostante tutto restano insieme. Ma non si promettono amore eterno - il futuro è quasi incerto quanto il tempo atmosferico scozzese.
Io mi sento più vicina al secondo film che al primo pur sentendomi a casa nel vedere anche quello. Mi vien da rileggere il
post che tanto mi aveva colpito l'estate scorsa. E resto qui con le certezze che ho e che non riesco ad esprimere così bene e con le mie incertezze che mi fanno piangere e sorridere a ripetizione.
10:45:00 -
Claudia -
categoria:
spunti
Fri 24 February 06
Accessibilità e versioni alternative
Mi voglio copiare qui questo pezzo preso dal sito della
Associazione Nazionale Subvedenti perché, casomai mi ricontattino quelli là del comune (cosa di cui dubito, nonostante le "minacce" di farlo) , almeno posso citare questa fonte autorevole che depreca le versioni alternative, spiegando bene il perché.
"(...)L'accessibilità dovrebbe rappresentare un aspetto da considerare in fase di progettazione e sviluppo, non essere confinata ad una serie di espedienti finalizzati a rattoppare i pasticci fatti fino a quel momento; anche perché la navigazione in internet e generalmente costituita anche da un prima e da un dopo il sito X. L'ipovedente che ha bisogno proprio di quella combinazione di colori, se non la trova all'apertura del browser è assai probabile che sul sito X non ci arrivi neppure...
Le versioni alternative create per avere dimensioni del testo accettabili e combinazioni di colori ad alto contrasto, dovrebbero essere "deprecate" perché inficiano l'usabilità del sito e si sovrappongono a funzionalità che dovrebbero già essere considerate in fase di sviluppo e vengono comunque già gestite dai browser.
Lo sforzo degli addetti ai lavori dovrebbe concentrarsi sull'informare gli ipovedenti circa le possibilità di personalizzazione messe a disposizione da SO e browser, e volto a creare pagine web che ben si prestino ad essere personalizzate dai navigatori.(...)"
10:11:38 -
Claudia -
categoria:
spunti
Wed 15 February 06
Da leggere
Un brevissimo spunto a chi legge facilmente in inglese: si tratta di una pagina di A List Apart (una rivista on-line per sviluppatori del web, molto ben fatta e standard compliant) scritta raccogliendo le risposte di lettori alla domanda "Cosa odiate del web?". Alcune risposte sono molto significative, alcune anche divertenti.
http://www.alistapart.com/articles/vdaymassacre
Per par condicio c'è anche la pagina di risposte alla domanda "Cosa amate del web?"
http://www.alistapart.com/articles/valentines
Tutte e due le pagine sono state significativamente pubblicate il giorno di San Valentino.
10:50:52 -
Claudia -
categoria:
spunti
Tue 14 February 06
Truffe via mail
Quando una mail inizia così : "La nostra compagnia ha ricevuto i Suoi dati dal ufficio solido per assunzione della potenza lavorativa. Pensiamo, che Lei può trovare un po? di tempo e non iscendo dalla casa Sua diventare un collèga della nostra organizzata benissimo compagnia..." viene il vago sospetto che dietro ci sia o un traduttore automatico o uno che ha studiato l'italiano alle elementari e sta usando, male, un dizionario.
Nel messaggio si promette un lavoro aggiuntivo che permette di guadagnare da 3000 a 4000 euro al mese. Fosse vero... Ma ahimè ...
Sono andata a controllare (come faccio di solito, cioè copiando tra virgolette la prima frase del messaggio sospetto e cercandola con google) e in effetti ho trovato che si tratta di una forma di phishing, cioè di tentativo di "rapimento" delle coordinate bancarie del malcapittato non accorto, in questo caso, forse, addirittura usate per far transitare soldi riciclati (o così mi pare di aver capito, non ho molto tempo).
Se volete guardate qui
http://www.anti-phishing.it/archivio/truffe.online/starpay.php
E vabbè, continuiamo col mio stipendietto vah, visto che nessuno mi dà davvero buoni consigli.... :-)
09:13:47 -
Claudia -
categoria:
spunti
Pagina precedente