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Mon 15 October 07
Primati
Sarà che ho sentito parlare più di "primati" in senso zoologico che religioso, fatto sta che mentre curiosavo in quello che amazon mi propone come libri da comprare, ho trovato "Travels with a Primate" di Terry Waite (uno degli ostaggi in Libano di cui ho letto la storia due anni fa) e ho pensato avesse scritto un libro di paleoantropologia o qualcosa del genere... E invece era il racconto dei suoi viaggi con l'arcivescovo di Canterbury...
Be', però, anche lui, ci poteva pensare prima di scegliere un titolo così!
22:46:42 -
Claudia -
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parole
Wed 16 May 07
PS
Scrivendo il post precedente, inizialmente ho avuto la tentazione di scrivere "potrebbe centrare"; poi mi sono resa conto che, se si dice "c'entra" con l'apostrofo, il verbo è "entrare" e la particella "ci" nell'infinito ha posizione enclitica. E ho scritto "entrarci". Ma poi ho controllato. Confermato. In un forum ho trovato
<< C'entrare" è un orribile errore grammaticale e non esiste in italiano (e mi viene la pelle d'oca ogni volta che lo vedo scritto sui giornali e ultimamente anche in qualche libro...SIGH ). Centrare è un uso sbagliato, con un significato sbagliato, di un verbo che esiste in italiano e vuol dire "colpire nel centro">>
Sul De Mauro ho trovato la conferma.
<
v.procompl. (io ci éntro)
CO
1 con valore intens., trovare posto, avere spazio sufficiente per stare in qcs.: in questa macchina c?entrano quattro persone, in questi pantaloni non c?entro più | essere contenuto: il due nel quattro c?entra due volte
2 avere parte, attinenza, relazione con qcs.: che c?entra questo con quanto è accaduto?, non c?entra niente, io non c?entro!>>
Mano male.
16:10:54 -
Claudia -
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Fri 05 January 07
Ogni giorno s'impara
Caspita questa proprio non la sapevo! E anche oggi un NG mi ha insegnato qualcosa:
In Islanda il cognome NON esiste proprio, esiste solo il patronimico (e se ben ricordo gli elenchi telefonici sono per nome di battesimo prima patronimico poi) che si fa in -sson per gli uomini e -dottir per le donne ... ma loro amano nomi vichinghi ... ricordo in albergo la direttrice era "Brunilde figlia di Godemondo".
La storia di cognomi e patronimici è una di quelle su cui mi piacerebbe capire di più. Qualcuno in Irlanda per esempio usa ancora prefissi diversi (O e Ni) a seconda se uomini o donne che corrispondono ai suffissi germanici (Micheal O Domhnaill e Triona Ni Dhomhnaill sono fratello e sorella). Quanto però questo sia un effettivo patronimico (cioè dipenda dal nome di battesimo del padre) oppure no, lo ignoro.
Purtroppo, e come sempre, ora non ho il tempo di fare una ricerca. Curiosità rimandata.
09:51:50 -
Claudia -
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Wed 03 January 07
Facciamo acqua
Da un messaggio ricevuto in uno dei NG linguistici di cui faccio parte. Grazie Cingar!
"Una curiosità interessante è che, secondo le ricostruzioni dei linguisti, gli antichi indoeuropei (l'ipotetico popolo preistorico dalla cui lingua derivano quasi tutte le lingue parlate oggi in Europa, Iran, Afganistan, Pakistan e India centro-settentrionale) probabilmente non possedevano il concetto di "acqua" come lo intendiamo noi oggi.
Per loro, l'acqua in quanto sostanza (che si può bere, raccogliere in un contenitore, espellere tramite la minzione, ecc.) era una cosa, mentre l'acqua in quanto entità che scorre e si agita (in un fiume o nel mare) era tutt'altro concetto.
La prima nozione, l'acqua in quanto sostanza inanimata, cosa statica, si indicava con la radice *akw-, mentre la seconda, l'acqua come cosa che scorre, considerata come entità dinamica (se non addirittura viva o divina) si indicava con la radice *wed-.
In latino ha mantenuto entrambi i termini, mantenendo anche in parte la loro l'originaria bipartizione semantica statico/attivo. Dalla radice *akw- viene infatti il latino "aqua" (e naturalmente i suoi derivati nelle lingue neolatine: "acqua", "agua", "eau", ecc.), mentre dalla radice *wed- viene il latino "unda" (da cui il nostro "onda").
Ma in quasi tutte le altre lingue indeuropee i due concetti si sono col tempo sovrapposti, e i relativi termini sono diventati sinonimi, col risultato che, per economia, uno dei due ha finito per essere soppresso.
Nella maggior parte dei casi, il termine sopravvissuto fu *wed-, dal quale derivano, per esempio, l'inglese "water" ('acqua'), "wet" ('bagnato') e "winter" ('inverno', cioè la stagione della pioggia), ma anche il greco "hydor" (che significa sempre 'acqua' e da cui derivano termini tecnico-scientifici come "idrante", "idrico", idrogeno", ecc.) e "hydra" (mostro marino), il sanscrito "undami" (mettere in ammollo), il latino "udor" ('umidità', qui senza più riferimento all'originario
significato attivo).
Visto che siamo tutti reduci dai bagordi di San Silvestro, debbo infine ricordare che, da *wed- vengono anche il russo "voda" e il gaelico "uisce", che significano entrambi "acqua"), e che da queste parole vengono, rispettivamente, le parole "whisky" e "vodka".
"Whisky" non è altro che la trascrizione fonetica in grafia inglese della prima parola dell'espressione gaelica "uisce beatha" (calco sul latino "aqua vitae" = "acquavite", cioè letteramente "acqua dellavita"). "Vodka" non è altro che il diminutivo di "voda", e dunque la vodka sarebbe, letteralmente, "acquetta"."
14:28:50 -
Claudia -
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parole
Fri 15 September 06
Per amanti dei giochi di parole
Per chi ama giochi di parole e inglese, e mastica bene la lingua d'albione, ecco un link molto divertente.
http://phoenomi.com/2006/09/12/a-little-wordplay-for-lovers-of-words/
15:11:05 -
Claudia -
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parole
Thu 14 September 06
Cervogia (tiepida?)
Per gli amanti della birra e di Asterix (in particolare A. e i Britanni) riporto fedelmente l'etimologia della parola spagnola (cerveza), interessante perché fa cenno pure ad altre di cui non sapevo assoultamente l'origine.
"cerveza
Documentos sumerios datados cuatro mil a?os antes de Cristo muestran referencias a esta bebida fermentada hecha con granos de cereales en Mesopotamia. En Babilonia, el consumo de cerveza lleg? a ser tan grande que oblig? al rey Hamurab? a reglamentarlo. El c?digo de Hamurab? tend?a a proteger a los bebedores contra las maniobras de los taberneros deshonestos, lo que lo convirti? en la primera ley de defensa del consumidor de la Historia. Entre los caldeos, la cerveza era ofrecida en tributo a los dioses. Seg?n narraciones de algunos cronistas de la Antig?edad, cuando Nabucodonosor se aburr?a de sus concubinas, sol?a matarlas ahog?ndolas en cerveza. Ya en el Imperio Romano, Plinio relata que los galos llamaban cervesia a la bebida y brasce, al grano usado para fabricarla. Brasce dio origen en francés a brasseur, (fabricante de cerveza) y a brasserie (cervecer?a). Durante la Edad Media, los monjes fabricaban las mejores cervezas, conocidas en bajo lat?n como cerevisiae monacorum y elaboradas hasta hoy en algunos pa?ses europeos bajo el nombre de ?cervezas de abad?a?. La cervesia de los galos se derivaba del céltico korma y se deriv? posteriormente a cervoise, nombre por el que fue conocida esta bebida durante varios siglos en francés antiguo, por lo menos desde el siglo XII. Las primeras referencias en espa?ol datan de los siglos XV, como cervesa y XVI, ya con la forma actual.
El francés bière, el italiano birra, el inglés beer y el alem?n Bier provienen del lat?n bibere (beber). "
13:44:33 -
Claudia -
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Mon 10 July 06
Italia
Non è per l'aver vinto la Coppa del Mondo, ieri sera, che inserisco questo post, ma solo perché è interessante sapere da dove viene la parola "Italia".
Ho trovato le informazioni nel servizio "la palabra del dia" e non si può dire che gli spagnoli che lo gestiscono abbiano fatto questa scelta per piaggeria, visto che il messaggio è stato spedito ieri mattina. Lo lascio in spagnolo perché non ho voglia di tradurre... (si sappia solo che "ternero" significa "vitello", ma questo è desumibile anche dal testo...). Certo, vi si potrebbe fare sopra anche qualche filosofia, ma adesso non ne ho l'ispirazione.
Italia
Cuando la hegemon?a etrusca iba llegando a su ocaso con la expansi?n de los latinos, los pueblos del sur, en particular los oscos, umbros y otros pueblos del centro y sur de Italia pose?an un numeroso reba?o bovino. En la lengua de los oscos, el acusativo vitluf (a los terneros) dio lugar en lat?n a vitellus (ternerito), palabra proveniente de vitulus (ternero de entre uno y dos a?os). Estas palabras se derivaron del indoeuropeo wet-olo (de un a?o cumplido), formada a su vez a partir de wet- (a?o), también presente en ?veterano? y ?veterinario?.
El ganado vacuno era tan importante para estos pueblos que adoptaron como emblema la imagen de un toro joven, que aparece en algunas monedas de la época, con el nombre de vitalos, que en poco tiempo se convirti? en italos, nombre con el que se denomin? a las tribus del sur, pero que con el tiempo incluy? también a los latinos.
Hacia mediados del siglo I, Italia era usado en lat?n para designar a la Pen?nsula, e itali, -orum para sus habitantes.
En castellano, el nombre Italia aparece por lo menos desde el siglo XIII, como en este trecho de la General estoria, de Alfonso X:
Tu uas buscar los regnos de italia que numqua uist ni sabes o son.
09:20:53 -
Claudia -
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Wed 05 April 06
Sono co**iona e me ne vanto.
Ieri Berlusconi ha insultato gli elettori del centro-sinistra definendoli "coglioni". Io un po' ci godo quando fa queste cose perché si dimostra esattamente per quello che è.
Ma li ha poi davvero insultati? Allora, se cerco sul dizionario trovo conferma di quanto già avevo in mente.
"Avere i c." = essere decisi, risoluti, oppure abili nella propria professione. E' esattamente quello che ci auspichiamo, speriamo che il centro-sinistra di c. ne abbia tanti tanti tanti!
"Rompere i c. a qualcuno" = dargli fastidio, annoiarlo. E' esattamente quello che B. ha fatto agli elettori del centro-sinistra, li ha proprio fracassati!
"Avere qualcosa, qualcuno sui c." = detestarlo. Anche questo si applica benissimo alla situazione reale: ce lo abbiamo avuto addosso per 5 anni e ora lo detestiamo più di prima.
"Gli girano i c." = è arrabbiato. Speriamo davvero che gli elettori, quelli indecisi, lo siano e si ... girino dalla parte giusta quando andranno a votare.
"Levarsi dai c." = andarsene. Non c'è augurio migliore di questo...
08:14:18 -
Claudia -
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Mon 27 March 06
Io sono qui
Raccolto il suggerimento del Tatti (o Rusty o Pandolfo) ho fatto questo test - che consiste nel risponde con la propria posizione rispetto a temi di discussione politica o nuove leggi per vedere a quali partiti si è più vicini. Mi sono trovata qui
Però a molte domande ho risposto a pelle, senza conoscere bene ragioni o approfondimenti.
Torno a studiare per oggi pomeriggio.
09:55:31 -
Claudia -
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Mon 20 February 06
Ordine delle parole
Solo un flash prima di andare a San Fermo.
Cercando in un sito di consulenza sull'accessibilità mi è scappato l'occhio su un annuncio di lavoro per "web accessibility consultants" dove si dice: "Experience of access technologies and disability desirable but not essential" ... ma significa che è preferibile che il candidato abbia una disabilità o che abbia esperienza di disabilità? In quest'ultimo caso, credo quello più plausibile, forse sarebbe stato meglio ripetere l'"of" o cambiare l'ordine dei complementi di specificazione... E non son solo i miei alunni quindi....
14:01:42 -
Claudia -
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Tue 24 January 06
Nessi consonantici
Le cose più strane mi vengono in mente post-risveglio e pre-levata mattutina... Stamane mi chiedevo... ma se gli spagnoli non sanno assolutamente pronunciare i nessi consonantici sc-, sp- e st- al''inizio delle parole, tanto da spagnolizzare anche i nomi stranieri tipo Estephen Espielberg... come faranno a fare la differenza tra "escatologico " e "scatologico"? Risposta presto data, si dicono tutti e due allo stesso modo, cioè "escatol?gico".
Mmmmm... Forse gli ispanofoni danno per scontato che andremo a finire in...
20:14:37 -
Claudia -
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Fri 13 January 06
Rain check
Tanto per completare la vostra conoscenza della parola "check", la cui etimologia ho così ben illustrato ieri (o meglio taglia-incollato) ecco la spiegazione dell'espressione americana "rain check" .
Allora, posto che il sostantivo "check" in americano significa "assegno" ("cheque" in inglese britannico - BE) ma anche "conto" ("bill" BE) e "scontrino" ("receipt" BE) - cioè un qualsiasi documento di confronto - mentre "rain" significa "pioggia".... vi chiederete cosa cavolo c'entri la pioggia...
E c'entra! Oggi un "rain check" è una specie di buono che vi viene dato se una merce in saldo è esaurita, in modo che possiate comprarla a quel prezzo scontato anche quando sarà tornata a quello originale. Come dire: Leggete sul giornaletto dell'Iper che il portatile che desiderate costa 999 euro solo per un giorno al posto dei normali 1.199? Arrivate trafelati all'Iper e tutti quei portatili sono esauriti? Potete chiedere il vostro bel "buono della pioggia" e, tornati dopo una settimana, avere il vostro PC a 999 euro mentre tutti gli altri intorno a voi lo pagheranno 1.199 guardandovi in cagnesco. A meno che, furbi come voi, non abbiano il loro buonino.
Sì ma la pioggia? Un attimo eh! L'espressione nasce alla fine del 19? secolo in ambito sportivo, ad indicare il buono erogatovi nel caso di rinvio per pioggia di una partita di baseball per cui avevate già preso il biglietto!
Pare che ora l'espressione venga anche usata in ambito figurativo per indicare il rinvio di un appuntamento a data da destinarsi. Cioè: il bel biondo vi ha tirato un pacco? Mannò, vi ha solo dato un "rain check".
16:18:11 -
Claudia -
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Thu 12 January 06
Controllare
Un'altra interessante scoperta fatta grazie a "la palabra del dia", proprio oggi che per l'ennesima volta discutevo in quinta sulla differenza tra il verbo "to control" - che significa prevalentemente "tenere sotto controllo" "regolare" - e il verbo "to check" - che significa "verificare", "esaminare", "investigare" .... un po' come l'operazione da me tentata col post del 10 gennaio (riuscita solo in parte...)
Non conoscevo l'etimologia di "controllo / are" ma eccola qui (credo sia comprensibile anche in spagnolo):
"*** control ***
Cuando los mercaderes venecianos crearon el sistema de contabilidad por partida doble --que perdura hasta hoy-- con sus registros de debe y haber, pérdidas y ganancias, y activo y pasivo, sol?an utilizar dos rollos de papel: el deudor, que en el lat?n vulgar de la época llamaban *rotulus* (rollo de papel o de papiro) y el deudor, que
llamaban *contrarotulus* (rollo de verificaci?n).
Este ?ltimo nombre pas? al francés como *contrer?lle*, que m?s tarde dar?a lugar a *contr?le*, con el sentido actual de inspeccionar, fiscalizar o dominar.
Origine confermata anche su www.tfd.com
[Middle English controllen, from Anglo-Norman contreroller, from Medieval Latin contrrotulre, to check by duplicate register, from contrrotulus, duplicate register : Latin contr-, contra- + Latin rotulus, roll, diminutive of rota, wheel; see ret- in Indo-European roots.]
Già che c'ero ho ... controllato (checked) anche l'origine di "check" ed ecco un'altra sorpresa! La lascio in inglese perché non ho tempo di tradurre, tanto se uno è arrivato fin qui credo possa fare un ulteriore piccolo sforzo! :-)
Word History: The words check, chess, and shah are all related. Shah, as one might think, is a borrowing into English of the Persian title for the monarch of that country. The Persian word shh was also a term used in chess, a game played in Persia long before it was introduced to Europe. One said shh as a warning when the opponent's king was under attack. The Persian word in this sense, after passing through Arabic, probably Old Spanish, and then Old French, came into Middle English as chek about seven hundred years ago. Chess itself comes from a plural form of the Old French word that gave us the word check. Checkmate, the next stage after check, goes back to the Arabic phrase shh mt, meaning "the king is dead." Through a complex development having to do with senses that evolved from the notion of checking the king, check came to mean something used to ensure accuracy or authenticity. One such means was a counterfoil, a part of a check, for example, retained by the issuer as documentation of a transaction. Check first meant "counterfoil" and then came to mean anything, such as a bill or bank draft, with a counterfoilor eventually even without one.
11:43:40 -
Claudia -
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Mon 26 December 05
Ad esempio ...
E io che mi davo le arie sapendo che la radice *bher- era nell'ambito di significato del "portare" e quindi legava il verbo latino "fero, fers etc." con quello inglese "to bear"....
ENTRY: bher-1
DEFINITION: To carry; also to bear children.
Derivatives include birth, fertile, suffer, furtive, and metaphor.
1a. (i) bear1, from Old English beran, to carry; (ii) forbear1, from Old English forberan, to bear, endure (for-, for-; see per1). Both (i) and (ii) from Germanic *beran; b. bier, from Old English br, br, bier, and Old French biere bier, both from Germanic *br; c. bore3, from Old Norse bra, wave, billow, from Germanic *br-. 2a. bairn, from Old English bearn, child, from Germanic *barnam; b. barrow1, from Old English bearwe, basket, wheelbarrow, from Germanic *barwn-. 3a. burly, from Old English *borlic, excellent, exalted (< ?borne up?), from Germanic *bur-; b. burden1, from Old English byrthen, burden, from Germanic *burthinja-; c. birth, from a source akin to Old Norse burdhr, birth, from Germanic *burthiz; d. birr1, from Old Norse byrr, favorable wind, perhaps from Germanic *burja-. 4. Compound root *bhrenk-, to bring (< *bher- + *enk-, to reach; see nek-2). bring, from Old English bringan, to bring, from Germanic *brengan. 5. ?fer, fertile; afferent, circumference, confer, defer1, defer2, differ, efferent, infer, offer, prefer, proffer, refer, suffer, transfer, vociferate, from Latin ferre, to carry. 6. Prefixed and suffixed zero-grade form *pro-bhr-o-, ?something brought before one? (*pro-, before; see per1). opprobrium, from Latin probrum, a reproach. 7. Possibly suffixed zero-grade form *bh-tu- in Latin words having to do with ?chance? (? < ?a bringing, that which is brought?). a. fortuitous, from Latin fortutus, happening by chance; b. Fortuna, fortune, from Latin fortna, chance, good luck, fortune, and Fortna, goddess of good fortune. 8. Probably lengthened o-grade form *bhr-. ferret1, furtive, furuncle; furunculosis, from Latin fr, thief. 9. feretory, ?phore, ?phoresis, ?phorous; amphora, anaphora, diaphoresis, euphoria, metaphor, periphery, pheromone, telpher, tocopherol, from Greek pherein, to carry, with o-grade noun phoros, a carrying. 10. paraphernalia, from Greek phern, dowry (?something brought by a bride?). 11. sambal, from Sanskrit bharati, he carries, brings. (Pokorny 1. bher- 128.)
10:48:19 -
Claudia -
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Wed 30 November 05
Mall
In quarta turismo oggi spiegavo come la prima forma di riciclaggio conosciuta sia quella delle... parole; difficilmente infatti se ne inventano di nuove se se ne possono riutilizzare di vecchie nello stesso (ampio) ambito semantico. In particolare mi è venuta questa osservazione mentre parlavo di "wallpaper" (tappezzeria, lett. carta da parete) e qualcuno mi ha chiesto "ma cosa c'entra con i wallpaper del telefonino?".
Lo stesso concetto si può comunque applicare alla parola "mall" (usata sptt in americano) - "centro commerciale" (sinonimo di "shopping mall" o "shopping centre/center") . Nel caso specifico le tappe del riciclaggio sono state tali da rendere l'origine quasi irriconoscibile, un po' come le piastrelle fatte con la plastica delle bottiglie.
L'origine è l'inglese "pall-mall" (= italiano "pallamaglio"), un gioco del 17? secolo il cui obiettivo era far passare attraverso un cerchio di ferro sospeso una palla di legno colpita con una sorta di martello con asta lunga (un maglio appunto). La stessa espressione passa a definire l'area di gioco, ovviamente piuttosto ampia (anche per l'incolumità degli spettatori). Carlo II nel 18? secolo giocava a pallamaglio in una zona di Londra vicino al suo palazzo (St james's Palace), la quale prende da allora il nome di Pall Mall, diventata poi una via alla moda con club esclusivi. Il campo di gioco (da allora "the Mall") fu a breve spostato in un'area contigua all'interno di St James's Park.
"Mall" passa ad identificare un qualsiasi viale ombreggiato per passeggiare (quello che è diventato the Mall a Londra, dopo che si è smesso di giocare a pallamaglio...); la prima testimonianza scritta dell'uso della parola come sinonimo di "centro commerciale" è del 1963.
Perché Pall-Mall sia anche il nome di una marca di tabacco e di sigarette mi è sconosciuto.
Quanto all'etimo della parola maglio e della sua radice indoeuropea ... mi riservo di approfondire in futuro.
12:48:03 -
Claudia -
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parole
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