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Wed 11 June 08
Riti e passaggi
E oggi finalmente ho terminato gli scrutini, il rito che segna davvero la fine dell'anno scolastico; non che questo segni anche la fine del lavoro. Settimana prossima per molti colleghi iniziano gli esami; io, graziata da quinte quest'anno, sarà impegnata nei corsi di recupero. Ma, insomma, gli scrutini sono sempre un momento di decisione importante; è capitato che li attendessi con più trepidazione o che ne uscissi più sdegnata o triste o delusa. Questi sono filati via abbastanza lisci, quasi con nessun disaccordo e nessuna palese ingiustizia. L'unica cosa che mi sorprende è il fatto di essere già a giugno inoltrato. Ho paura di svegliarmi e ritrovarmi nel marasma di verifiche dell'ultimo periodo. Se qualcuno legge questo per favore mi pizzichi così controlliamo che è vero.
E a proposito di riti e di passaggi, ieri, dopo aver scambiato due parole con un mio alunno di quarta, pensavo a quanto cambiano i maschi tra i 17 e i 18 anni. Non me n'ero mai accorta perché ho per 12 anni avuto un numero di alunni maschi che si contava sulle dita delle mani. Può darsi che questo fenomeno sia poi accentuato con la classe dell'interessato, partita da un altissimo livello di pigrizia, demotivazione, maleducazione, arroganza, rifiuto a prescindere quando li ho conosciuti in terza (vedi
settembre 2006). Ora, pur non avendo ancora del tutto sconfitto l'indolenza che li caratterizza né compensato la non completa motivazione nell'indirizzo di studi, si intravedono davvero in loro gli adulti che saranno laddove lo scorso anno sembravano adolescenti impazziti. Quando ti parlano, al di fuori della classe in particolare, sono sorridenti, educati, spiritosi senza arroganza... Anche quando fanno gli impertinenti lo fanno come per imitare i se stessi che erano, per prendersi in giro.
Sono contenta di avere deciso di tenerli; lo scorso anno sembrava che avrei avuto la quinta in cambio (per questioni di part-time di una collega) e non me ne dispiacevo. Per puro calcolo egoistico avevo deciso di chiedere il cambio (la quinta sarebbe stata di 27, molti disgraziati e nessuno mai stato mio alunno) - pensavo "almeno so di che morte devo morire". Meglio così. Chissà, magari l'anno prossimo riesco perfino a convincerli a studiare... :-)
20:49:53 -
Claudia -
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riflessioni
Thu 05 June 08
E a me fa ridere...
... ancora rileggere l
'appello del copri-spazzolino scritto quasi tre anni fa. Da allora, o meglio da quando il suo compagno ha ripreso ad essere al suo fianco, molti oggetti in casa hanno preso vita. C'è molta più allegria. E non solo tra gli oggetti, in effetti.
19:13:33 -
Claudia -
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Tue 03 June 08
Compassio
Black-out. Chi di noi non ne ha mai avuti? Quei momenti in cui non ricordiamo assolutamente se abbiamo staccato il ferro da stiro uscendo di casa, o in cui ci sorprendiamo per non avere chiuso la porta del garage (o spento la luce, come a me oggi). Ci innervosiamo, ci incavoliamo, giuriamo che faremo più attenzione la prossima volta, ci scriviamo appunti e bigliettini, facciamo mente locale ogni volta che facciamo qualcosa... fino alla volta successiva che succede.
In questi giorni non riesco a non pensare con un grandissima compassione a quella mamma che ha lasciato la sua bambina in macchina e l'ha ritrovata morta. Come ha fatto, come ha fatto? Se sorge spontaneo chiederselo altrettanto è comprensibile capire che può succedere. Solo che le conseguenze qui sono peggio che drammatiche.
Me la immagino durante la mattina nella classe dove ha fatto supplenza. Magari ha spiegato qualche passaggio ostico che la docente della classe non aveva saputo porgere bene, magari ha ascoltato qualche ragazzo preoccupato per la fine dell'anno, magari ha fatto qualche battuta o magari solo guardato per aria e zittito i ragazzi. E poi in sala docenti; magari ha chiacchierato e preso il caffè con qualche collega, magari ha sistemato le sue cose, magari dentro di sé si preoccupava per le piccole cose di ogni giorno o per il marito o per il tempaccio di questi giorni; magari faceva programmi per la piscina a giugno e per il mare ad agosto... Quanto sembrano belle questi pensieri, dopo.
Una vita appena cominciata è finita ma altre 4 sono distrutte. Non so lei come farà a riprendersi dal rimorso, ma penso anche agli altri due figli, "già grandi" diceva il giornale, sì, grandi..., "già" alle elementari.
Non ne riesco a scrivere bene ma mi sento una gran pena dentro.
21:23:58 -
Claudia -
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Wed 28 May 08
Liberazione...
Certe volte la soluzione è lì a portata di mano e semplicemente non ci si pensa...
Oggi soffrivo come sempre di imprigionamento da reggiseno, accessorio col quale, per quanto mi sia essenziale, ho da tempo un cattivissimo rapporto, specie da quando non riesco più assolutamente a trovarne della mia taglia senza ferretto. Fastidio, costrizione, mal di stomaco. Mi sono sdraiata qualche minutO, cercavo di rilassarmi e ping! L'illuminazione....
Ma togliamoli 'sti ferretti, no? E così ho fatto.
Il ferretto è inutile e fastidioso, ma basta un piccolo taglietto e si sfila facilmente. Via una bella ventina di aggeggi infernali nel sacco del riciclo.
Ora attendo illuminazioni di portata superiore.
17:14:16 -
Claudia -
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Thu 22 May 08
Meteoropatia
Stamane una mia collega di Italiano - persona normalmente pacata, gentile, simpatica - con voce lievemente stridula diceva "Se continua così uccido qualcuno!!!" . Pensavo che ce l'avesse con qualche alunno, colpevole di chissà quale efferatezza. Invece no, ce l'aveva col tempo.
Come non darle ragione? Un po' di pioggia a primavera ci sta pure, nessuno vuole il caldo d'agosto mentre si correggono i pacchi di verifiche di fine anno, né classi con le finestre spalancate sul traffico di via Castelnuovo e alunni in atteggiamento (e abiti) da spiaggia... Ma così! Quanto è, un mese, un mese e mezzo che ogni settimana sono più i giorni di acqua che quelli in cui si vede un timido sole?
La notte il rumore incessante del diluvio sul tetto mi innervosisce più di quanto già non facciano i soliti pensieri. Di giorno manca la luce, manca l'energia. Quando finirà? Finirà?
16:25:11 -
Claudia -
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Wed 21 May 08
Monei
Sono un po' abbacchiata oggi. Ieri sera sono andata a trovare la Patti e, nel pagare la pizza a domicilio, mi sono accorta che dal mio portafogli mancava una banconota da 50 euro. Ora, io non sono una che di solito va in giro con molti contanti, però caso vuole che sabato a Milano in fine serata avessi notato il fatto di avere un 50, un 20 e un 10. Domenica ho estratto il portafogli solo per pagare il giornale con delle monete, lunedì non sono uscita di casa, mentre ieri sono stata sempre e solo a scuola, con il portafogli infilato nello zaino stracolmo. Nelle 2 ore buche dovute alla fine del ricevimento genitori, ho fatto una serie di cose in giro per la scuola, compreso telefonare ad una mamma, con lo zaino perlopiù parcheggiato in terra in sala docenti. Solo lì può essere sparito il 50, anche se è davvero difficile da credere. Da stamani giro anche con la borsetta, però che brutto!
In compenso - be', più o meno - nel giro di due giorni dalla richiesta mandata domenica ho ricevuto dall'ufficio del turismo del Périgord un carnet che ci consentirà di usufruire di una serie di sconti in varie attrazioni del luogo, dai musei alle grotte alle canoe... "Ma cosa ci guadagnano?" mi chiedeva l'amica con tre figli alla quale ho consigliato di fare la stessa richiesta, visto che anche loro si avventureranno là. Be', quelli dell'ufficio dipartimentale beneficeranno del fatto di ricevere indietro il carnet coi timbri, date e numero di persone per attrattiva (ritorno incentivato dal classico concorso a premi per chi rispedisce il tutto!) , permettendo loro di fare più precise ricerche statistiche e apportare magari dei correttivi ad un'offerta estremamente tourist-friendly come quella francese. Le attrattive evidentemente si fanno pubblicità. E noi turisti ne beneficiamo avendo qualche euro di sconto, che malissimo non fa, nonché un piccolo "compendio" di cose da vedere sotto mano (già qualche idea mi è venuta rispetto a quello che abbiamo saltato lo scorso anno). Così semplice vero? Ah già! Ma loro non tirano a fottere come in Italia....
16:23:36 -
Claudia -
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Fri 16 May 08
Chessifa2 (la vendetta)?
Per continuare il discorso di ieri...
Stamane io e una mia collega ci siamo fatte un giro in città, dove le scuole esponevano per la Giornata della Creatività. Che delusione, anche qui! Da quando è partita l'iniziativa qualche anno fa, il tono della stessa è in caduta libera. Doveva essere il luogo deputato per mostrare i risultati di progetti "creativi" coerenti e qualificanti per i vari tipi di scuola. Sarà la stanchezza dei docenti che si trovano appiccicato questo "impegno" in più in un periodo già caldo, sarà che si è ammosciata la motivazione ai vertici e alla base, fatto sta che c'era davvero poco di interessante. E' diventata un'altra mezza giornata di vacanza e/o di casino. Basti dire che c'erano ben tre DJ-set assordanti, che disturbavano il passaggio dei passanti non ancora privi di udito nonché di chi magari voleva proporre qualcosa di più intellettualmente complesso entro un raggio di 200 metri. Mi chiedo quale indirizzo scolastico si senta qualificato dal mettere musica house a volume triplo rispetto al sopportabile.
Così, tornando, abbiamo fatto l'ennesimo brainstorming sulla decadenza dei costumi. A me veniva da evocare Petronio (per quel poco che ne so), coi suoi personaggi molli e vanesi, e anche Yeats, con la sua teoria che ogni 2000 anni circa si precipita nel caos per approdare ad un'epoca nuova (non necessariamente migliore, però). Continuamente si dà addosso a chi viene da fuori, come se la crisi dei valori "tradizionali" o il non rispetto delle regole fossero appalto degli immigrati. In realtà mi par tanto un'implosione, in cui anzi, alcuni stranieri sarebbero una parte "sana".
Poi però io davvero spero che sia un'idea sbagliata che ho, che ci sia la possibilità ancora di portare qualcosa di buono, non a tutti ma a qualcuno sì, come dice Angelo. In fondo ci credo e per questo continuo a provarci, a restarci male, a starci male e a provarci ancora.
16:25:35 -
Claudia -
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Thu 15 May 08
Chessifa?
Ultimo Consiglio di Classe della mia "maledetta" seconda; una classe che lo scorso pensavo che mi sarebbe dispiaciuto lasciare e che invece quest'anno mi ha proprio deluso. Cattivi? No. Episodi gravi? No. E allora perché? Per la passività, per la mollezza, per la distrazione, per il brusio, per gli sguardi persi, per i giochetti e i disegni sui banchi, per i libri sotto il banco vita natural durante, per il menefreghismo, per lo scherno nei confronti delle regole più piccole proprio in quanto tali, per la notte insonne in gita senza una parola di scuse il giorno dopo (arrivata poi il giorno dopo ancora), per il poco calore nei confronti delle compagne straniere. Bravi ragazzi, carini, anche simpatici, non incapaci, eppure insopportabili a lungo andare.
"Ma i genitori di quelli che disturbano li avete chiamati????" - "Non esiste più la punizione" - alcuni dei commenti anche accorati e sinceri da parte dei genitori rappresentanti, che peraltro si sentono dire le stesse cose da mesi, una da due anni, con un lieve peggioramento, visto che in prima avevano almeno curiosità. Ora sono rimasti bravi, bravissimi solo in disegno (non tecnico).
"Sì ci ho parlato" e "Sì forse è vero ma non c'è molto che li tocchi e le frustate..."
Come risultato sono stata a scuola mezz'ora in più a parlare con loro. Abbiamo fatto un gran brain-storming, come ormai mi capita nella maggior parte dei colloqui, ma soluzioni niente. Ce ne sono? Siamo noi che sbagliamo? Sono loro? Siamo tutti insieme? E' la scuola? E' la famiglia? E' la società? Sono fragili i ragazzi? Siamo molli noi adulti? Hanno troppo? Cosa gli leviamo? Li meniamo? Cheffamo perdio?
19:09:29 -
Claudia -
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Sat 29 March 08
Adolescens
Sono proprio stanca, questioni mensili mi hanno mandato la pressione sotto i piedi e ho un groppo alla gola dovuto a quello; ho anche poca voce. Eppure stamane nemmeno mi è parso essere sabato. Chissà perché ci sono mattine in cui mi vengono concesse pazienza e simpatia, e quasi quasi nemmeno ho bisogno di alzare la voce per farmi seguire. Forse è l'angelo custode che ogni tanto, impietosito, mi mette una mano sulla testa e, per una volta, allontana la tentazione di strozzare uno o più degli adolescenti con cui ho quotidianamente e a che fare.
Una mattina così mi ha però rinforzato nell'idea che abbiamo troppo poco tempo e poco coordinamento per poter agire davvero sugli individui, nonostante tutti gli obiettivi trasversali e disciplinari che ci diamo o tutti i bei progetti in cui ci facciamo coinvolgere. E soprattutto su alcuni individui - i predestinati: quelli che non hanno davvero una famiglia dietro o ce l'hanno ma dà loro valori sballati; oppure quelli che vogliono a tutti i costi essere contro. Per molti di loro, ad avere la possibilità di seguirli davvero più assiduamente, anche la scuola potrebbe non essere solo un passaggio obbligato o una perdita di tempo in attesa dell'età adulta. E per alcuni il destino che sembra quasi segnato potrebbe non essere per forza così scontato.
Un po' di esempi.
In una classe un candidato certo alla bocciatura, con tutti tre e quattro, ma soprattutto con non so quante note sul registro per comportamenti scorretti, ipercinetico, impulsivo, spesso maleducato, talvolta aggressivo, oppure assolutamente apatico, in realtà pare quasi recitare la parte che le persone, e forse lui stesso, si aspettano. A volte basta spiazzarlo un po', rivolgersigli gentilmente al posto che strapazzarlo, oppure chiedergli di rimediare a qualche idiozia con fermezza ma con tranquillità, magari lodandolo poi per qualcosa che riesce a fare, che subito gli vedi da una parte lo sguardo interrogativo e dall'altra una risposta diversa dal solito. Stamattina mi ha chiesto di andare in bagno in perfetto inglese, con un sorriso e un sincero "please"; anche nel compitino di verbi e vocaboli ha preso 5, non me l'ha riconsegnato dopo 2 minuti come al solito...
In un'altra classe un ragazzo intelligente con famiglia diciamo problematica, talvolta maleducato, talvolta infingardo, talvolta perfino ai limiti della delinquenza, un classico leader negativo, mi dà l'impressione che potrebbe cambiare se solo trovasse un modello positivo che abbia però il tempo e la forza di reggerlo e guidarlo per più delle tre ore settimanali che abbiamo insieme. Non mi voglio dare arie, però noto che per me ha moltissimo rispetto. Ogni tanto cerca di fregarmi facendomi perdere tempo ma riesco quasi sempre a metterlo all'angolo; fa casino ma si scusa sempre. Stamattina l'ho "chiuso" (sua dichiarazione - cosa voglia dire bene non si sa) quando, scherzando perché gli do sempre 7 mi ha detto "Dai prof mi dia almeno un 5!" E io (dev'essere stato l'angelo custode) gli sono andata vicino e gli ho battuto palmo su palmo.
E in un'altra classe ancora un altro ragazzo, già bocciato, con ottima famiglia dietro (disperata dal suo comportamento), è dall'inizio dell'anno che, in particolare con me, fa di tutto per distrarsi e distrarre i suoi compagni, per farsi riprendere, per non fare assolutamente niente e per farsi dare uno o due. Tutte le volte però che ho avuto il tempo di dargli un po' più di attenzione, come stamattina (che l'ho interrogato), mi dimostra che non è così "contro" come vuole sembrare, che non odia o se ne frega del mondo, solamente, forse, odia un po' se stesso e non sa come venirne fuori. Ha molte più capacità di quelle che vuol far credere e, quando ha i rigurgiti di orgoglio, te le fa perfino sbirciare.
Tutto bello, sì, ma la maggior parte delle volte essere in classe assomiglia più ad essere in una centrifuga - fai l'esercizio, spiega, interroga, cerca di sentirti nel caos di chiacchiere, risatine e domande fuori tempo, stimola quello bravo che ha bisogno di imparare più vocaboli che può, cerca di risvegliare quello che dorme sul banco, controlla le assenze, dai retta al bidello che entra senza bussare, fai la seria, la poliziotta, la psicologa, l'intrattenitrice... driiin, suonata, si ricomincia in un'altra classe.... E il primo alunno l'anno prossimo difficilmente sarà ancora in questa scuola (del resto sono mesi che la coordinatrice cerca di convincerlo ad andare altrove) , e quell'altro sicuramente se ne andrà perché ha sbagliato indirizzo e quell'altro ancora avrà un buco di inglese così grande che, anche se le capacità le ha, solo un miracolo di volontà potrà colmarlo... Come finiranno da grandi lo scopriranno solo vivendo, ma probabilmente io non lo saprò mai. Sarò semplicemente ancora qui a chiedermi se potrei fare di più, con sogni in cui picchio gli alunni e l'impulso forte di abbracciarli e tenerli lì un po' stretti.
16:09:40 -
Claudia -
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riflessioni
Wed 26 March 08
Nel solito circolo
La maggior parte di quello che mi viene da fare nel tempo libero e anche in quello che tanto libero non dovrebbe essere è assolutamente inutile eppure così irrinunciabile.... Ad esempio, stamattina sono andata a ritirare due cose che avevo ordinato dal Libraccio: il dizionario di svedese e l'edizione De Agostini del Dizionario Visuale in 5 lingue (originariamente Dorling & Kindersley). E se il secondo è già comprensibile (visto che più o meno tutte e quattro le lingue diverse dall'italiano le ho studiate e sono anche potenzialmente utili nei viaggi), che dire del primo? Se anche andassi in Svezia farei prima a parlare in inglese. Ma è così, quel poco che sto imparando guardando L'Isola dei Gabbiani (che sì, mi sono procurata nella sua interezza e in svedese) mi dà quel brivido allo stomaco che non si può certo trasmettere, solo condividere. E' una sensazione che molte attività mi procurano ma che è particolarmente accentuata quando sono coinvolte delle lingue, dal loro funzionamento alla loro storia.
Spesso mi capita di invidiare chi fa un lavoro - commessa, meccanico, agricoltore - per cui una volta arrivato a casa è libero nella testa, così che un'eventuale scelta di "erudirsi" o di approfondire un qualsiasi argomento sarebbe volutamente fine a se stessa e senza la sensazione di rubare tempo a ciò che serve pro-lavoro. Solo che poi magari mi immagino di fare qualcosa tipo lavorare in libreria e penso già a cosa potrei inventare per insegnare qualcosa a qualcuno... Perché anche quella è una cosa che mi dà il brivido allo stomaco, se non fosse per la maggior parte di quelli a cui devo insegnare che fa di tutto per trasformare il brivido in nausea. Un vero circolo vizioso.
E ora mi prendo uno spazio pubblicitario perché voglio davvero consigliare a tutti di comprare il suddetto
Dizionario Visuale. Come tutti i prodotti D&K è una festa per gli occhi oltre che per la mente.
14:51:06 -
Claudia -
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riflessioni
Tue 25 March 08
Contraddizioni
Nonostante i miei post diventino sempre più rari, non per questo la mia mente smette di macinare e rimuginare su argomenti di cui mi piacerebbe scrivere o raccontare.
Contraddizioni. In tutti i sensi.
A partire dalla foto fatta ieri - le primule e la neve - un inverno che non vuole finire in una primavera che ha avuto fretta di cominciare ma che non ha tutta la convinzione che dovrebbe.
Contraddizioni. Mi sembra di vederne in ogni cosa.
Il mendicante col cartello "ho fame" accanto a uno dei tanti banchetti della fiera che vendono affettatrici, pentole e simili e che in 5 giorni devono avere fatto fuori non so quanti chili di verdure, ma anche di carne, pesce e uova, per dimostrare la bontà dei propri prodotti. E non sto dando giudizi, perché sono in cima alla fila, avendo comprato sia padella che affettatrice senza avere dato un soldo al mendicante...
Contraddizioni. C'è dell'altro.
Proprio ieri pensavo a quanto l'energia e la velocità del progresso tecnologico in occidente potrebbero diventarne la più grande debolezza. Sopravvissuti alle glaciazioni, non saremmo in grado di fare quasi nulla se dovessero ora toglierci i nostri pile super-traspiranti, gli scarponi con le suole vibram e i nostri ammennicoli elettronici. Nel bosco tra Brunate e Torno, ci meravigliavamo come sempre della bellezza della natura e della stupidità di chi era chiuso in macchina in coda, mentre zaino e marsupio contenevano quasi uno stipendio tra macchina fotografica nuova, ipod, 2 telefoni e un navigatore, e ogni tanto si rabbrividiva di freddo perché forse il pile non era pesante abbastanza e la fascia per la testa era rimasta a casa...
Eppure.
Eppure sono stati dei giorni bellissimi, e non so come mi devo sentire perché, come la maggior parte degli esseri umani, accetto tutte queste contraddizioni nel momento in cui sto abbastanza bene io, e metto a tacere un pochino la coscienza pensando di non essere nemmeno il peggio che si può trovare in giro.
Se è poi una consolazione.
15:07:37 -
Claudia -
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riflessioni
Mon 11 February 08
La nostalgia
Strana cosa la nostalgia. Di certo la mia vita è più soddisfacente ora di 20 o 25 anni fa, anche se stressante. E poi stressata la sono sempre stata, in fondo, fin da quando alle medie mi pareva di non avere un pomeriggio per starmene in pace (tra latino, tedesco, chitarra e catechismo) a quando alle superiori ero sempre in ansia che non finissimo i programmi (SIC! Odiavo quando i prof stavano a casa). Nonostante una buona memoria del passato non riesco a ricordare quando mai sia stata davvero care-free... E allora, preoccupazioni per preoccupazioni meglio almeno poter avere in mano le redini della propria vita.
Ma se è così, cos'è che mi dà quella fitta allo stomaco quando sento una canzone anni '80 o vedo una vecchia foto o ritrovo chi ha condiviso parte del passato con me?
Forse è semplicemente nella mia natura (di pesce), o forse è che ora mi vengono a mancare delle speranze, delle convinzioni che avevo allora. Pensavo che la mia vita sarebbe andata in una direzione che non ha preso. Sì sì sempre le solite cose: la famiglia, i figli...
Lo scollamento si fa più marcato quando capita di parlare con alcune ex-compagne, com'è stato nella bella serata di venerdì. Ci siamo divertite davvero, ed è molto bello che, diverse come siamo e come siamo sempre state, ci sia un sincero piacere nel vedersi e chiacchierare, così come determinazione nel rifarlo. Però per me, e credo anche per la Manu, tutto il parlare di figli e mariti non può lasciare indifferenti. Non è affatto detto che staremmo meglio se ce li avessimo, eh! Solo che girano le scatole a non poter... avere uno switch che permetta di passare da una parte all'altra.
Allora forse la nostalgia sta in quello; mi rivedo a 15 o 20 anni, piena di problemi e tristezze più di ora ma convinta di avere ancora quello switch.
15:33:03 -
Claudia -
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Sun 13 January 08
Un mondo al contrario
Nell'ambito di una trasmissione radiofonica, dedicata normalmente alla gastronomia, questa mattina sentivo di un progetto messo in atto dall'università di Bologna,
Last Minute Market, per rendere possibile il recupero di merci invendute che hanno perso il proprio valore commerciale ma possono essere ancora consumate. Cibo che verrebbe, per esempio, gettato dagli ipermercati perché vicino alla data di scadenza o in confezioni danneggiate, ma che è ancora perfettamente commestibile, viene immediatamente recuperato e utilizzato in enti caritativi di assistenza.
Lodevolissima iniziativa, qualcosa da estendere senza questione, su cui ci sarebbe da informare sì ma non certo da discutere.
Mi ha colpito il discorso di un direttore di ipermercato che ha aderito. Tanto di cappello naturalmente. Però, la sua "giustificazione" è partita dal piccolo risparmio fiscale ottenuto ed è continuata descrivendo il minore impatto di rifiuti sull'ambiente. Ha precisato poi che l'impiegato che si occupa di questo si "ripaga" coi risparmi suddetti. Ah! E alla fine ha aggiunto che, in effetti, forse non va trascurato l'impatto sociale positivo...
Non è l'immoralità del gettare tonnellate di cibo "invendibile" che può convincere un imprenditore a fare qualcosa in proposito. Uno sguardo a quanti sono quelli che hanno aderito e si capisce che forse questo è proprio un mondo al contrario.
11:39:01 -
Claudia -
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Thu 10 January 08
Changes
A dire la verità di veri cambiamenti non ce ne sono stati, ma due sere fa, quando sono volata nella cabina armadio dopo aver inciampato nel tavolino pieghevole chiuso ed aver pestato dolorosamente ginocchio e gomito, ho ripensato ad una cosa che mi aveva detto il Bruno 25 anni fa, dopo aver assistito ad una caduta di una bimba che correva per la strada ridendo: "Vedi come la vita può cambiare da un momento con l'altro?" - Ok, lui voleva fare il filosofo sempre... Però è vero, martedì ero tutta contenta per i nuovi acquisti di saldo e volevo semplicemente scegliere una maglietta per la mattina e andare a letto presto. E SBAM... ghiaccio sul ginocchio e pensiero che poteva anche andare peggio (tipo se, con l'effetto domino intervenuto, l'asse da stiro mi fosse caduta in testa al posto che davanti).
Io spesso faccio mente locale... anche se NON mi succede un incidente; del tipo che penso a quello che potrebbe capitare o che non è capitato, faccio extra-attenzione. Più di tutti mi capita in macchina, per questo mi innervosisco quando le persone pare siano le sole sulla strada. Certo, al cavolo di tavolino però non avevo pensato!!!
22:16:33 -
Claudia -
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Tue 18 December 07
Antiacido
Una simpatica pubblicità di un antiacido mi ha fatto sorgere il dubbio che forse... ne avrei bisogno anch'io.
Ci ho pensato mentre leggevo le due risposte pacate e sensate alla lettera di un cretino che, ironicamente, ringraziava il sindaco di Brunate per avere impedito l'accesso ai SUV, "minacciando" che né lui né i suoi amici avrebbero più messo piede nelle baite lì intorno. Temo che io sarei stata molto meno equilibrata e, forse, meno efficace delle due lettere arrivate in replica.
Ci ho ripensato venerdì, mentre dicevo ogni genere di insolenze al fi*o in Porsche che, superata a destra la doppia fila di macchine in attesa alla dogana dell'autostrada, si infilava davanti a me mentre bellamente parlava al telefonino....
Ma non ci posso fare niente, non riesco a sopportare l'arroganza, la supponenza, né tanto meno chi esprime un'idea di libertà che significa solo fare il comodo proprio incurante di ciò che possa infastidire gli altri.
21:23:41 -
Claudia -
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riflessioni
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