Della serie "sogni", stanotte ne ho avuti di due tipi:
- Spiegabili
- Ero a scuola: avevo dimenticato i libri, non sapevo in che classe dovevo andare, ero in ritardo, avevano cambiato la chiave dell'armadio . Domani ci devo tornare, sigh, e i libri li ho già preparati eh!
- Portavo la macchina dal meccanico, il posto dove lasciarla era piccolo, la macchina era piena di roba ed era da svuotare, c'erano anche dei pastelli che mia mamma aveva comprato a poco prezzo e che mi offriva di tenere io. Devo in effetti fare tagliando e revisione, in questo mesi di dolori da portafogli.
- Bizzarri
- Sulla Provincia in prima pagina e a lettere cubitali una notizia scandalo: venivano arrestati a Como dei tali per avere commercializzato calchi di ... sederi...(cioè le persone si facevano fare prima un calco del proprio didietro e poi una scultura da questo). Io mi scandalizzavo perché sul giornale era ripetuta la parola "culo" un paio di volte; poi inizialmente (la notizia si trasformava in filmato) pensavo che non fossero nemmeno tanto terribili queste "opere d'arte", salvo ricredermi quando vedevo che si percepivano anche gli organi genitali. E qui un novello Freud si potrebbe sbizzarrire, credo.
- In un altro sogno ero in un grande prato e assistevo alla nascita di un ... non so... io mi dicevo che era un rinoceronte ma in realtà da come lo ricordo era un ippopotamo... Era piccolo, peloso e tenerissimo, lo volevo accarezzare. Però poi ne arrivava uno adulto imbizzarrito (e questo aveva le zanne); io avevo tantissima paura e cercavo di nascondermi, pur sapendo che mi avrebbe visto lo stesso. Speravo che entrando in una stazione di servizio che c'era lì vicino avrei potuto mettermi in salvo ma facevo molta fatica a muovermi.
Be' se non ce l'avete fatta ad arrivare in fondo vi capisco e non vi biasimo. I sogni degli altri sono sempre un po' noiosi a meno che non siate psichiatri, psicologi, aspiranti tali o non vi guadagniate la vita rispondendo a lettere sui giornali. Io me li sono segnata perché mi sono svegliata davvero perplessa. E con la solita ansia (che però imputo soprattutto al rientro di domani).