Sul blog della scuola un collega ha postato un lungo articolo contro l'aborto che potete leggere a questo indirizzo
http://www.istitutopessina.it/blog/index.php/archive/un-miliardo-di-morti. Ci ho pensato su tutta mattina e ho concepito questo commento che riporto qui perché ci tengo e anche perché ho fatto fatica a scriverlo.
Caro Ema, il tuo pensiero passa in maniera cristallina perché tale evidentemente è. Il mio è molto più annebbiato dal fatto che mi piace sempre guardare le faccende da punti di vista opposti e così non è facile esprimersi. Ma ci proverò.
Per prima cosa da laica agnostica di sinistra moderata cresciuta tra scuola cattolica, oratorio e famiglia non di sinistra continuo a pensare che le leggi di uno stato non dovrebbero essere l'espressione di una qualsivoglia corrente religiosa. Una morale ce la devono avere, per forza, ma mi illudo che debba essere una morale mediata tra opinioni e pensieri diversi ed essere una morale umana che si occupa delle persone, rispettando i loro spazi di libertà ma facendo sì che non invadano gli spazi di libertà degli altri.
E la questione dell'aborto è morale. Cifre e controcifre, prove e controprove scientifiche... ci saranno sempre persone che ritengono che abortire sia equivalente ad un omicidio ed altre no.
Tu equipari la 194 alle epurazioni razziali, alle armi di distruzione di massa, alle leggi cinesi, qualcuno parla pure di rupe tarpea.... Ma nessuno obbliga una donna ad abortire in Italia. Non esageriamo.
Se poi invece mi dici che l'aborto NON dovrebbe essere uno strumento di controllo delle nascite allora sono perfettamente d'accordo con te. Ci dovrebbe essere una corretta informazione, anzi no, un'EDUCAZIONE all'uso dei contraccettivi e, forse, anche al modo in cui si vive la propria sessualità. Ma molte delle iniziative in questo senso spesso sono frenate proprio da chi impone la propria morale religiosa come l'unica giusta e l'unica perseguibile per tutti, e ritiene che sia sbagliato avere rapporti prematrimoniali o fare uso di pillola o preservativo. (Scusa, ma mi continua a venire in mente la canzoncina dei Monty Python "Every sperm is sacred"...)
Da donna credo che decidere di abortire sia uno strazio per un'altissima percentuale delle persone che lo fanno. Ben vengano dunque azioni di aiuto alla vita che permettano di scegliere davvero, così che non si debba abortire perché vittime della disperazione ma nemmeno si sia costrette a non farlo perché giudicate immonde omicide.
Il problema è che è molto più semplice additare, stigmatizzare, giudicare, proibire che aiutare praticamente e moralmente o prevenire. Per fare un esempio molto terra a terra, è più comodo fare leggi proibizioniste che cercare di capire perché ed aiutare chi cade vittima di dipendenze.
Tu lanci cifre da capogiro e io rilancio: chi, dove e come si sarebbe preso cura di quel miliardo di persone mai nate?
Io, pur non avendo in simpatia l'aborto, continuo a pensare che sia molto più importante occuparsi di quei bambini che al mondo ci sono già. Secondo me anche solo 90 bambini che muoiono di fame sono più uno scandalo di 90 milioni di embrioni congelati.
Sono con Chomsky quando, commentando il fracasso mediatico intorno al caso di Terry Schiavio, diceva che meglio sarebbe stato fare in modo che i bambini iracheni non arrivassero ad avere lo stesso tipo di danni cerebrali dovuti alla malnutrizione che accapigliarsi sul caso di una persona per cui nulla più si poteva fare.
Che ognuno faccia il suo mestiere. E' giusto che preti, imam, rabbini, pastori insegnino quelle che sono i dogmi delle loro religioni. Se uno è cattolico non avrà rapporti prematrimoniali, non userà contraccettivi, non divorzierà e non abortirà (ma che si ricordi anche di porgere l'altra guancia perdonando al prossimo suo...).
Con grande affetto un grazie per avermi permesso di scrivere, seppur confusamente, qualcosa che mi sta molto a cuore.