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Wed 23 March 05
Rieccomi!
Visto che è passata più di una settimana?
Sì è vero che sono tornata venerdì sera (tardi...) ma tra la scuola (compreso lunedì, giorno "libero") e le minime cose da fare in casa non ho avuto tempo o voglia di sedermi qui a scrivere....
Allora ricapitoliamo. Gita. E' andato tutto bene: abbiamo riportato tutti a casa, è stato bel tempo, ci siamo anche divertiti!
Budapest è una bella città e sarebbe valsa la pena spenderci un po' più di tempo, magari per farsi un giro alle terme. E' sicuramente ancora piena di contraddizioni (anche se questo è vero della maggior parte delle capitali). Un turismo "ricco" secondo i parametri dei residenti porta sicuramente reddito ma anche prezzi più alti mentre moltissime persone vivono ancora con stipendi bassissimi e in quartieri non molto attraenti. Sarebbe bello capirci di più ma la nostra guida da questo punto di vista non è stata molto helpful.... Comunque mi piacerebbe ritornarci NON in gita scolastica.
Durante i lunghi spostamenti in pullman e nelle poche ore di libertà in hotel ne ho approfittato per attaccare il libro di Terry Waite, "Taken on Trust".
Terry Waite è stato nunzio della chiesa anglicana, operatore umanitario, consigliere dell'arcivescovo di Canterbury e mediatore per la liberazione di ostaggi politici in tutto il mondo; fu a sua volta rapito nell'87 in Libano e tenuto prigioniero per quasi 5 anni, la maggior parte dei quali in totale isolamento.
Il libro è quello che ha scritto nella sua testa durante la detenzione e poi fisicamente non appena liberato. Racconta della prigionia e degli spostamenti e, insieme, della sua vita passata, da quando era bambino alle esperienze in giro per il mondo.
E' una lettura bellissima, nonostante la distanza per esperienze e credo che mi separa dall'autore. Terry Waite è vero uomo di pace. Nel libro traspaiono sia il suo grande coraggio sia tutta le debolezze tipicamente umane. Non è il libro scritto da un bigotto che si diverte ad incasellare il mondo secondo ciò che crede. Al contrario, traspaiono la sete di sapere, la sua curiosità, la sua continua ricerca dentro e fuori di sé - la sua sofferenza più grande è quella di non avere la possibilità di leggere quasi nulla e di non poter scrivere - ma anche la consapevolezza di non essere mai arrivati. La sua fede viene messa in dubbio e messa alla prova continuamente.
Quello che sembra avere dentro è una grande umanità, quella qualità che non gli impedisce di soffrire ma che gli permette di non mettere la sua sofferenza in primo piano bensì di confrontarla con quella di altri uomini e popolazioni fino a farlo pensare di essere "privilegiato". Quello che più teme è l'auto-commiserazione.
Non ho ancora finito di leggere. Quando avrò finito cercherò di procurarmi anche il libro e il DVD "Blind Flight" , la storia di Brian Keenan. Comuqneu non sarà l'ultima volta che ne scrivo qui. A presto!
10:39:10 -
Claudia -
categoria:
diario
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