3 marzo 2025: Cinquantanove anni fa ero un batufolino di poche ore nelle braccia di mia mamma (o più probabilmente in una culla della Maternità), forse chiedendomi dove fossi finita. Cinquantacinque anni fa ero come nella foto, con uno sguardo che secondo me è ancora il mio, un misto di quella malinconia e di quella speranza che non mi abbandonano mai.
Quest’anno sono riuscita a mantenere il proposito di non festeggiare e di non sollecitare auguri. Ho tolto da qualche giorno la data di nascita da FB, e così si è ricordato solo chi lo sapeva. Sono anche stata un po’ acida con le amiche nel rifiutare di fare o ricevere qualunque cosa. Ho solo accettato la torta e i fiori di Mariia, la cara e speciale badante di mia mamma.
Ma nonostante volessi cercare di distogliere più che potevo il pensiero dal giorno, non riesco a non sentirmi strana. Sento il tempo che mi scappa dalle dita e ho più che mai l’impressione di averne buttato tanto e di stare facendolo ancora – sempre “appesa”, sempre in attesa. Vorrei stare diversamente, vorrei essere ed essere stata diversa.
Non sto tanto bene, oggi.
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March 3rd, 2025. Fifty-nine years ago I was a tiny bundle, only a few hours old, in my mother’s arms (or more likely in a crib at the maternity ward), perhaps wondering where I had ended up. Fifty-five years ago, I looked just as you see in the photo, with an expression that I still recognize as mine – a blend of melancholy and hope, both of which never abandon me.
This year I managed to stick to my resolution not to celebrate and not to solicit any birthday wishes. A few days ago I removed my birth date from Facebook, so those who remembered were those who already knew. I was also a bit standoffish with my friends, refusing to do or receive anything. I only accepted the cake and flowers from Mariia, my mother’s dear and special carer.
But even though I tried to distract myself as much as possible from the day, I can’t help feeling strange. I feel time slipping through my fingers, and now more than ever, I have the impression that I have wasted so much of it, and am still wasting it – always “suspended”, always waiting. I wish I could feel differently; I wish I were and had been different.
I’m not doing so well today.
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