Claudia che raccoglie la sabbia

Il weblog di Claudia

Mon 22 October 07

Umori

Oggi il barometro dell'umore segna tempo marzolino. Credo di avere passato tutti gli stati d'animo possibili, dalla gioia al pianto. E non è nemmeno successo niente! Sono andata a Como a piedi con l'ipod. Questo ha contribuito all'alternarsi. Sorridevo per i bei colori e i profumi dell'autunno. Però mi veniva da piangere con le canzoni di Ron Sexsmith e poi da ridere con quelle degli Skatalites. Poi mi è venuto da piangere vedendo le spolette di mia mamma tutte in ordine, il che mi ha fatto dubitare della mia sanità mentale, e anche un po' di tristezza mi s'attorcigliava vedendo il vial Varese pieno di macchine posteggiate in divieto e tante mamme con due figli. Il giretto in centro mi ha risollevato così come anche prendere il bus. Chissà perché mi piace prendere il bus, quando non c'è tanta gente. Arrivata a casa la consapevolezza rinnovata di non capire molto di Drupal e di non sapere davvero a chi chiedere aiuto da tanto sono grandi i miei buchi mi ha fatto piangere, questa volta per davvero...
18:07:41 - Claudia - categoria: riflessioni  

Pigrizia

Dentro di me ho una pigrizia che credo di portarmi nel corredo genetico anche se non so da quale genitore mi arrivi. Mia madre, nonostante i 78 anni, non sta ferma un momento e mio padre, a parte i momenti di depressione e prima della malattia, si alzava all'alba alla domenica per andare a fare fotografie.
Io invece, fosse per il mio istinto, non farei un bel niente - sarei una fantastica couch potato....
Questo week-end è stato V-less causa malanno suo. E io sabato non mi sono schiodata dal divano. Ieri invece, pur essendoci la tentazione di fare lo stesso, ho contattato delle amiche danzerine per per conoscerne l'intenzione di andare alla bella Villa Pomelasca per un pomeriggio con gli Jentu e, dopo avere offerto di passarne a prendere una, sono stata "costretta" ad andare. Non è che l'abbia fatto di malavoglia, ero molto contenta quando mi hanno risposto sollecitandomi. Che mi frenava era qualcosa di difficile da spiegare. La non voglia di trovarmi in macchina da sola, da sola all'arrivo, col dubbio di trovare qualcuno; l'attrattiva dei programmi televisivi (sul satellite, NON sulla TV di stato) o del libro che ho iniziato a leggere, o della torta avanzata giovedì sera - forse è un misto di pigrizia e timidezza. Nessuno dei due tratti è assolutamente dominante (per fortuna!) ma entrambi sono sempre lì latenti, e, se la decisione è sola mia, talvolta vincono. Vorrei essere tra quelli che lavorano, vanno in palestra e ogni sera fanno un corso - danza, yoga, teatro, spagnolo, découpage... Io già col fatto di andare dagli adulti il mercoledì sera sento di "dare"... E' dall'inizio dell'anno che mi sono ripromessa di andare in piscina il venerdì mattina dopo la scuola, e quante volte l'ho fatto? 0. Per ora. No ma settimana quell'altra... E la bici? E' lì a prendere polvere in garage.
Dimenticavo di dire che il pomeriggio è poi stato davvero bello, non solo per la musica e le danze ma soprattutto per il fatto di avere chiacchierato come non mi capitava da tempo con delle persone proprio simpatiche con cui, avessi più tempo e fossi meno pigra, davvero mi piacerebbe avere a che fare di più.
Io ci penso, mi autocritico e provo a cambiare, almeno un pochino... Ce la posso fare?
10:31:17 - Claudia - categoria: riflessioni  

Tue 09 October 07

Ma dov'è?

Dov'è finita quella simpatica ottimista che scriveva in queste pagine settimana scorsa? Oggi sono stanca, arrabbiata, fin indignata...
Ieri (giorno libero) ho passato la giornata tra scrittura e correzione verifiche, con intervallo di consiglio di classe che mi ha bellamente spezzato il pomeriggio. E fin qui siamo nella norma. ("Hai il lunedì libero? Eh! Che fortuna! Certo, voi insegnanti...") . Ho cominciato a inca**armi quando ho corretto le verifiche di una delle due seconde, una classe che potrebbe dare moltissimo ma in cui oltre la metà degli alunni pensa di poter ancora vivere di rendita dalle medie oppure di orecchio... 14 gli insufficienti (di cui la più parte da 4), 8 quelli pienamente positivi (con diversi 8 - la verifica ERA fattibile).
Alla sera ho dovuto sopportare l'incredulità di una amica di ex-collega quando le ho detto che non avevo tempo di dare ripetizioni al figlio.
Ero così delusa che, al contrario del solito, ho faticato a prendere sonno ma mi sono comunque svegliata alle 5.15 . Alle 6 ho deciso di alzarmi per scrivere un'attività di recupero e stilare un piano di guerra: firma sui libretti da controllare domani (di solito sono un po' distratta in questo senso), compitino vocaboli in fine settimana, tra sette giorni ritiro dell'attività svolta, interrogazioni da settimana prox... Sono arrivata a scuola presto e ho fatto fotocopiare l'attività anche per l'altra seconda, tanto sapevo che non sarebbe andata molto diversamente. Alla mattina ho avuto tre ore di lezione più due buche passate a correggere (le verifiche dell'altra seconda che non sono in effetti state da meno, con un 50% insufficiente con un 1, un 2, qualche 3...).
Di pomeriggio altri due consigli di classe. Ed è qui che l'incavolatura si è trasformata in indignazione. Passi per la coordinatrice di uno dei due che arriva in ritardo, senza aver preparato il materiale, senza sapere quello di cui si deve parlare e vabbè... ; ma alcuni colleghi? Hanno passato tre ore a parlare (d'altro o magari anche di scuola ma non in consonanza con quello che si stava dicendo) facendo rimbombare le loro voci maschili in un'aula dall'acustica già infelice... Mi è toccato fare la prima della classe (cosa che peraltro mi scoccia pure), richiamarli all'ordine, pregare che stessero attenti almeno alla stesura del piano di lavoro per il ragazzo dislessico.
E' vero che i consigli di classe sono una rottura, che spesso servono a ripetere formule trite e ritrite, ma un po' di dignità che, peraltro, consentirebbe a TUTTI di fare meglio e andare a casa prima, mi sembra il minimo da pretendere.
Queste persone, le stesse che anche in collegio docenti non stanno zitte un secondo, sono quelle che poi più si lamentano del comportamento degli alunni e magari anche tra quelle più severe.
Quanto apprezzo la cultura cristiana a volte ... "c'è chi vede la pagliuzza nell'occhio dell'altro...."
19:14:39 - Claudia - categoria: riflessioni  

Thu 04 October 07

Alumni

Ce n'è per tutti i gusti! Ieri sera, con l'inizio del corso serale agli adulti, ho aggiunto una ventina di alunni agli oltre 130 che già ho a scuola. 150 persone, cari miei lettori, non sono affatto poche! Ormai di tutti quelli del Setificio e di molti di quelli del serale (perfino i nuovi) conosco almeno il nome di battesimo; ancora qualche défaillance sui cognomi invece, l'ultima cosa che imparo e la prima che dimentico...
Agli adulti bisogna dire che è sempre un piacere insegnare. Diversi come età, esperienze, studi, lavoro e motivazioni per studiare l'inglese, sono comunque tutti accomunati dalla voglia di farlo e sono aperti ad accogliere qualsiasi stimolo volto a rendere piacevole sì ma anche efficace il loro essere lì. Non dico che sia sempre facile fare ciò - le energie si spendono eccome. Però si crea un circolo virtuoso per cui, tanto più loro manifestano la loro soddisfazione tanto più a me viene più voglia di lavorare in un certo modo. Ieri sera sono tornata a casa con un sorrisone, nonostante la stanchezza.
Coi ragazzi è un po' più complessa la faccenda. Prima di tutto ci sono i gruppi. E' incredibile come una serie di circostanze fortuite creino delle classi in cui è davvero bello entrare - ne ometterò l'identificazione ma so bene quali. Lungi dall'essere tutti santi o geni delle lingue, c'è un feeling particolare. E' difficile da spiegare senza sembrare forse melensi, ma certe volte vien voglia di "abbracciare" la classe e dire "Mi state facendo felice!".
Altre classi sono un bel po' più ostiche: il numero elevato (conta, anche se ci sono pure gruppi piccoli e malefici...), la malavoglia, l'orario sfortunato, qualche elemento mal trascinante - si prova un senso di impotenza che fa rimpiangere un lavoro d'ufficio o davanti a un computer...
E, come ho già scritto un paio di settimane fa, non bisogna dimenticarsi che dentro i gruppi ci sono i singoli. Tre ore (o due) alla settimana son proprio pochine per entrare in contatto vero con tutti; io però ci tento sempre, anche se talvolta il peso di timidezze, insicurezze, difficoltà ma anche entusiasmi, curiosità ed eccellenze di così tante persone mi travolge.
In realtà sono partita a scrivere questo post non tanto per ripetermi (che mi sa che rileggendo tutto il blog ho già detto questo o quello qui o là) ma per affermare che mi sento diversa quest'anno. Non nella sostanza di insegnante ma in una certa sicurezza in più che mi fa venire comunque perfino voglia di tentare di far bene anche laddove è più difficile. Nel delirio di un'ultima ora in una classe eterogenea, numerosa, rumorosa ma un po' molle mi dicevo "Devi andare lì in mezzo, devi farcela, devi tirarteli dietro almeno un po'; urlare e lamentarti non serve a niente se è l'unica cosa che proponi, non può che peggiorare la situazione." Vedremo.
Non mi aspetto un anno privo di momenti di sconforto. Ma gli angoli della bocca sollevati verso l'alto più spesso che verso il basso a volte fanno miracoli.
17:32:54 - Claudia - categoria: riflessioni  

Mese successivo

Mese precedente

Word of the Day

Website content provided by The Free Dictionary

This Day in History

Website content provided by The Free Dictionary

Today's Birthday

Website content provided by The Free Dictionary

Quotation of the Day

Website content provided by The Free Dictionary