L'ho ricevuto tre giorni fa da David, ho dovuto aspettare ad iniziarlo perché ne stavo finendo uno che ho fatto un po' fatica a leggere, l'ho iniziato oggi (solo le prime trenta pagine) e ne sono già innamorata....Mi piacerebbe davvero sapere cosa ha David Lodge che mi prende così; magari poi è solo che sono biased, parziale, magari mi immagino soltanto che mi piaccia moltissimo ... eppure...
Ho appunto attaccato Author Author, la sua ultima fatica, aspettata un anno e mezzo (non usciva mai in paperback, per assurdo un anno e passa fa era già in giro in ed. economica in italiano!); è la storia degli ultimi vent'anni di Henry James, un genere, quello della biografia romanzata, mai esplorato da Lodge, ma già lo sento che è un genio anche in quello...
http://www.contemporarywriters.com/authors/?p=auth62
Devo dire che sul libro che ho faticato a finire sospendo il giudizio; si tratta di un romanzo semi-gotico (ma non lo sapevo) scritto nel 1820 circa ma ambientato più di cent'anni prima nella Scozia delle lotte religiose e non, dove si disputava anche sul ruolo della predestinazione. Il protagonista di The Private Memoirs and Confessions of a Justified Sinner - di J. Hogg - è un convinto seguace della teoria secondo la quale si "giustifica" qualsiasi atto anche atroce commesso da un predestinato. La storia è piuttosto complessa, i personaggi talvolta ultraterreni e i narratori sono tre. Se ci mettiamo anche un po' di Scots traslitterato in mezzo.... ho arrancato verso la fine.
Rileggendo però l'introduzione, tanto per capirci qualcosa di più, ho trovato il seguente passaggio che mi ha quantomeno fatto apprezzare l'intento dell'autore, o perlomeno, ciò che è stato interpretato come tale. Ed è quanto mai appropriato in questo periodo storico come in quello sia dell'autore che della storia (e anche come in quello in cui è stata scritta l'introduzione cioè gli anni '80):
"...That Hogg in this book transcended such teachers, as he transcended all but the best passages of his great master Walter Scott, is due to the fact that here he had got hold of a supremely important theme, important whether we look at it in religious or in purely moral terms. That theme is fanaticism. Everyone unfortunate enough to have experience of oppression knows that it is better to fall into the hands of a wicked man who understands that he is wicked than into the hands of one who conceives himself to be serving a Higher Purpose. The merely wicked oppressor, be his motive cruelty, greed or the lust of power, may one day tire of his wickedness and turn to better ways. But the oppressor who thinks of himself as serving God, or History, or the Party, will never reform because his impulses of human decency appear to him as temptations to be resisted..." (by John Wain, intro to the Penguin edition, 1983)