Claudia che raccoglie la sabbia

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Sun 09 November 08

I wish I'd written that

Sulla Provincia di ieri Mario Schiani ha scritto qualcosa che condivido molto e che mi pare lucido, equilibrato, vero e nel contempo tragico. Quando gli ho fatto i complimenti via sms mi ha risposto dicendo che spera di non dovere più scrivere nulla di simile, anche se, ahimè, ho l'impressione che non sarà facile che sia così.
Riporto qui
"C'è poco da ridere con le battute della politica
Davvero non so in base a quali titoli di merito venga chiamato a dar lezioni di ironia. La portata del compito, francamente, mi spaventa. D'altra parte, in questa sede, bisognerà parlare soprattutto di ciò che ironia non è, e su questo punto mi sento preparato.
So con certezza, per esempio, che non è ironia definire il neoeletto presidente degli Stati Uniti ?giovane, bello e abbronzato?. Si tratta al contrario di una battuta di tipo piuttosto comune, classificata dai tecnici con il termine "fesseria". Ma come spiegare ai tanti difensori di Silvio Berlusconi e, in fondo, a Berlusconi stesso, che la sua uscita rientra appunto nell'esecrato novero? Ci proverò con la tecnica del contrasto.
Prendiamo uno che di ironia se ne intendeva, Winston Churchill. Quando Lady Nancy Astor - nobildonna anch'essa di spirito guizzante - lo interpellò con un ?Se fossi tua moglie, caro Winston, metterei del veleno nel tuo tè?, lo statista inglese replicò: ?Se fossi tuo marito, cara Nancy, lo berrei!?
Ecco, questa è ironia. Lo è perché, in un solo tratto umoristico, la battuta mette a nudo il carattere bilioso di Nancy Astor, disinnesca la sua scomposta aggressività e impietosamente rivela un tratto, per così dire, zitellesco della sua personalità. L'ironia, insomma, arriva al fondo di tutto e tutto illumina, con la sua luce penetrante, da un inaspettato punto di vista. Definire Barack Obama ?abbronzato?, al contrario, non illumina proprio nulla.
Intendiamoci, anche di fronte a un'elezione per molti versi storica e al clamore che la scelta degli americani ha sollevato nel mondo, nulla vieta di scherzare e far battute. Anzi. Ma l'uscita di Berlusconi manca di spessore: non rivela nulla di inedito, non suggerisce nessuna verità più profonda, non scuote alcun conformismo. Se dice qualcosa, la dice di Berlusconi, non di Obama. Dice di uno spirito piccino, provinciale e soprattutto miope. Dice del limite intellettuale di chi davanti a un evento grande e complesso - storico, appunto - vede solo la superficie delle cose: ?Oh guarda, sembra abbronzato!? Tutto qui. In quinta elementare si sente di meglio.
Si è difeso, il premier, dando dell'?imbecille? a chi non ha riso, pensando forse a quante volte lo hanno attaccato per il suo aspetto fisico. Certo, presidente: anche quelle sono battute scadenti. Ma c'è solo una cosa peggiore dello sfottere una persona per la sua altezza o per il suo peso, ed è sfotterlo per la sua razza.
Di ironia, poi, non se n'è vista nella successiva, inevitabile polemica. Non nella difesa d'ufficio imbastita dall'entourage del premier (e qui sta un problema che in parte assolve Berlusconi: come capire cosa e divertente e cosa no quando tutti, intorno a te, ridono per manifesta piaggeria?) e neppure nella terrea reazione della sinistra - quella sinistra che deride Brunetta per la sua statura e che pertanto non ha poi molti titoli per far la morale - la quale subito ha messo la bandiera a mezz'asta, evocato scenari apocalittici e indotto in molti italiani uno sproporzionato sentimento di vergogna. Calma: l'infelice uscita di Silvio verrà presto archiviata e Obama, minacciato ieri da Al Qaeda, temiamo abbia altro a cui pensare.
A pensarci su bastiamo noi, sgomenti di fronte alla dimostrazione che l'ironia, in questo Paese, davvero non ha più cittadinanza. Potrà sembrare poca cosa: ben altre - si dirà - sono le mancanze italiane. Ma, pur senza voler arrivare a barattare le speranze di ripresa economica con una battuta ben riuscita, non ci sembra da trascurare l'impoverimento culturale denunciato dall'episodio. Siamo sudditi, prigionieri direi, di una classe politica che limita il suo orizzonte alla quotidiana baruffa ed è incapace di spirito, di intelligenza, di quell'apertura mentale necessaria per fare una battuta, giudicarne i limiti e valutarne le conseguenze. Una classe politica, insomma, incapace di idee. E anche questo non fa ridere."
10:54:03 - Claudia - categoria: persone  

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