Jump to navigation
Thu 31 March 11
Elaborate metafore
Da una nota pubblicata anche su FB.
Ieri ho capito di avere imparato a tarare le verifiche in modo da costringere i lazzaroni ma moderatamente capaci di miei alunni (di una classe in particolare ma potrebbe valere per tutte) a mostrare quello che veramente sono in grado di fare a seconda di COME e QUANTO hanno studiato. Verifica impegnativa e lunga ma tutt'altro che impossibile (voto massimo 10), comunque costruita su vocaboli e strutture fatti e ripassati, su tipologie di esercizi fatti, su qualche frase da tradurre tratta da molte di più fatte a casa e corrette in classe pochi giorni prima... Ne è uscita una classe spaccata in due: di 18 alunni sette hanno avuto tra il 7 e l'8 1/2 , due uno schifidino 6-, uno un bel 5 e otto, e ripeto OTTO, tra il 3 e il 4.
Avrei potuto entrare in classe e fare tutta la correzione oltre al solito pistolotto consistente in "dovete studiare, dovete fare i compiti, dovete stare attenti, non potete parlare in inglese come se l'unica cosa a cui serve fosse soddisfare le vostre esigenze primarie (mangiare, bere, fare pipì)." Avrei potuto. E invece ho deciso per l'approccio metaforico.
Ne ho presi 4 solo perché so che hanno delle passioni e le coltivano e non perché fossero necessariamente andati male.
A suona la chitarra; gli ho chiesto se, suppondendo di avere scoperto da poco di essere molto portato per la musica ma sapendo fare giusto il giro di do, e ricevendo inaspettatamente un ingaggio per un concerto importante tra un anno, aspetterebbe la settimana prima del concerto a farsi dare il programma e a fare le prove.
B fa canottaggio; gli ho chiesto se, essendo oltre un mese che non può allenarsi e avendo una gara domani, gli porterebbe vantaggio allenarsi oggi dalle 7 del mattino alle 10 di sera.
C gioca a pallanuoto; gli ho chiesto se, avendo una struttura muscolo-scheletrica adatta agli sport acquatici, facendo 20 vasche in piscina ogni giorno e avendo visto un paio di partite di pallanuoto in TV pensando che è un bello sport ma non sapendone assolutamente (se non per intuito) le regole o i trucchi, sarebbe in grado di giocare se fosse buttato in piscina durante una partita importante.
D è un precisino nel vestire a cui piace mettersi in mostra. Gli ho chiesto come si sentirebbe se, mangiando la pasta al sugo, si schizzasse di pomodoro la camicia in più punti e come pensa che lo giudicherebbero gli altri.
Ho ricevuto risposte un po' bofonchianti ma fondamentalmente in linea con quello che pensavo.
E allora, ho chiesto a tutti, perché pensano di poter apprendere con una studiatona di 8 ore il giorno prima di una verifica quello che non hanno imparato e fatto sedimentare in settimane di studio regolare; perché pensano che solo perché "sono portati" o hanno intuito o hanno fatto qualche esperienza si possono permettere di non stare attenti alle spiegazioni dell'insegnante o di non fare gli esercizi o di leggersi qualche regola qualche volta; perché continuano a pensare che una grafia illeggibile e un'ortografia approssimativa "non facciano nulla" cioè non facciano pensare a chi legge o corregge che quello che ha scritto è quantomeno uno sciattone?
E poi ho anche chiesto quanta importanza ha un bravo allenatore o un bravo maestro di musica se chi si allena o studia non ci mette un po' del suo.
Infine, anche se non con cotante parole, gli ho cercato di far capire che non c'è un gettone di presenza (leggi un 6) che viene dato solo per il fatto di essere a scuola (per quello eventualmente dovrò ricordare loro di farsi eleggere al parlamento italiano).
Mi sono solo dimenticata di dire (ma lo farò) che i doni che hanno (i muscoli, il cervello, l'orecchio musicale, la mano per disegnare...) non glieli toglie nessuno, che purtroppo ci sono tanti che, non avendone qualcuno, anche sforzandosi tantissimo e sistematicamente non riusciranno mai a vincere una gara, a dipingere un bel quadro, a fare un concerto o a prendere più della sufficienza, ma che l'importante è fare del proprio meglio quando lo si deve fare e cercare la propria strada in modo da non torturarsi facendo per tutta la vita quello per cui non si è portati.
Servirà? Non so. Probabilmente nell'immediato no. Non sono nata ieri e non è da poco che insegno. Però spero che magari, mentre fanno la studiatona o dicono "chissene" mentre scrivono più o meno bene una parola, una volta o l'altra ci pensino.
18:38:35 -
Claudia -
categoria:
spunti
Mese successivo
Mese precedente