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Thu 09 September 10
Della moda
Sono nata in Italia e come mi vesto mi interessa. Mi interessa indossare capi che mi piacciono, adatti all'occasione e che mi pare mi stiano bene. Non sempre sono convinta al 100% di quello che metto, spesso me ne stanco, talvolta osservo gli altri per prendere spunto, non infrequentemente ho l'impressione di non avere quello che vorrei. Quindi non ne voglio fare una questione di "chissenefrega, datemi uno straccio e me lo metto, basta che mi ripari". E anche il mio occhio si è a più riprese abituato ad alcuni canoni... Mi ricordo di quando, nel 1980, indossai un mini kilt londinese comprato nel 1970 da mia madre e, in un momento in cui la gonna era sempre e solo sotto il ginocchio, esclamai "che schifo le ginocchia scoperte!", salvo ricredermi nel giro di un paio di anni. Anch'io sono in qualche modo schiava dell'apparire.
Ma ci sono un sacco di cose che proprio non capisco e non capirò mai.
Un conto è riadattarsi a vedere l'orlo del pantalone che sale sopra o scende sotto la caviglia; idem per la lunghezza delle gonne, l'altezza della vita, la larghezza dei maglioni. Da questo punto di vista oggi forse c'è un po' di tutto, o quantomeno c'è più varietà rispetto agli anni '80, quindi forse più libertà.
Un altro conto è accettare acriticamente cose palesemente orrende, scomode e spesso costose in nome delle nuove mode.
Partiamo dalle assurdità; prendiamo per esempio i pantaloni da donna col cavallo al ginocchio: sembrano nascondere un pannolone e credo rendano impossibile un incedere normale, per non parlare del correre (attenzione se dovete prendere un autobus); fanno il paio coi pantaloni da ragazzo portati con la "vita" a metà fianco e tendente a scendere anche oltre, il cavallo a metà coscia e le mutande in mostra...
Restando sul tema del "metter in mostra ciò che si farebbe meglio a tenere nascosto" (citazione personale dal mio prof di latino), stamane guardavo un servizio di moda dove "il tubino a bustier con scollo a cuore" non nasconde "un top nero che esce dal décolleté" ... Oppure "l'abitino a sottoveste con scollo quadrato" che ancora una volta NON nasconde una sottoveste nera con le spalline e scollo di altra forma e le coppe a reggiseno... ma perché devo mettere in mostra la mia biancheria intima???? Sta male, santo cielo, sembra che ci sia alzate e vestite senza guardarsi allo specchio.
E che dire dei jeans nuovi strappati ad arte, di cui è regina madame Beckham (ma non era "posh" una volta?); ma perché devo spendere (anche tanto) per una cosa già rovinata? Idem per gli stivali di camoscio già lisi in punta o per i capi che sembrano tinti in un bucato andato male... E' uno spregio per la miseria vera.
Sorvolerò sulle assurdità che molte si mettono ai piedi per osservare che, a mio parere, anche il capo più bello deve stare addosso a chi se lo mette: le ballerine, che in teoria mi piacciono, coi miei polpacci fanno a pugni; un abito a bustier può essere molto elegante (SENZA top sotto) ma non per chi, come me, senza reggiseno mostra l'inesorabile forza della gravità; infine, finché posso evitare di mettere in mostra i miei rotolini lo evito.
E poi, al di là di tutto, i prezzi che molte delle cose più brutte o che donano di meno, fatte male e di stoffe cattive ma "firmate" , sono davvero inauditi e ingiustificabili. Mia madre alla mia età, quando poteva spendeva anche tanto ma per capi che le duravano anni e dalla linea inattaccabile. Ora molto spendono solo per farlo vedere, ma senza etichetta che lo certifichi non lo si capirebbe di certo.
Santa Audrey, fai scendere un po' di ispirazione su questo mondo sempre più folle!
17:11:37 -
Claudia -
categoria:
riflessioni
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