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Tue 03 June 08
Compassio
Black-out. Chi di noi non ne ha mai avuti? Quei momenti in cui non ricordiamo assolutamente se abbiamo staccato il ferro da stiro uscendo di casa, o in cui ci sorprendiamo per non avere chiuso la porta del garage (o spento la luce, come a me oggi). Ci innervosiamo, ci incavoliamo, giuriamo che faremo più attenzione la prossima volta, ci scriviamo appunti e bigliettini, facciamo mente locale ogni volta che facciamo qualcosa... fino alla volta successiva che succede.
In questi giorni non riesco a non pensare con un grandissima compassione a quella mamma che ha lasciato la sua bambina in macchina e l'ha ritrovata morta. Come ha fatto, come ha fatto? Se sorge spontaneo chiederselo altrettanto è comprensibile capire che può succedere. Solo che le conseguenze qui sono peggio che drammatiche.
Me la immagino durante la mattina nella classe dove ha fatto supplenza. Magari ha spiegato qualche passaggio ostico che la docente della classe non aveva saputo porgere bene, magari ha ascoltato qualche ragazzo preoccupato per la fine dell'anno, magari ha fatto qualche battuta o magari solo guardato per aria e zittito i ragazzi. E poi in sala docenti; magari ha chiacchierato e preso il caffè con qualche collega, magari ha sistemato le sue cose, magari dentro di sé si preoccupava per le piccole cose di ogni giorno o per il marito o per il tempaccio di questi giorni; magari faceva programmi per la piscina a giugno e per il mare ad agosto... Quanto sembrano belle questi pensieri, dopo.
Una vita appena cominciata è finita ma altre 4 sono distrutte. Non so lei come farà a riprendersi dal rimorso, ma penso anche agli altri due figli, "già grandi" diceva il giornale, sì, grandi..., "già" alle elementari.
Non ne riesco a scrivere bene ma mi sento una gran pena dentro.
21:23:58 -
Claudia -
categoria:
riflessioni
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