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Tue 13 February 07
Famiglia e...
Tanto per chiarire che il mio concetto di "famiglia normale" non è necessariamente coincidente con quella di cui le gerarchie cattoliche temono la disgregazione in questi giorni, pubblico qui un estratto (quello non personale) di una mail mandata ad un amico giornalista.
"Sono stata tentata di scrivere al giornale ma poi, per non fare venir fuori questioni con mia madre, ho deciso di farlo privatamente a te su una cosa che un pochino mi infastidisce e su cui hai dato una risposta l'altro giorno che non mi ha trovato affatto d'accordo.
Parliamo di ingerenza della Chiesa nelle leggi dello Stato.
Quando tu lamenti l'intermittenza dell'autorevolezza della Chiesa (vado a memoria) mi pare che ti dimentichi che la Chiesa deve avere autorevolezza nei luoghi che le competono.
Fa benissimo a tuonare contro le coppie di fatto se sono contrarie ai suoi principi ma che lo faccia all'interno delle chiese, durante la messa, nei bollettini parrocchiali. Che dica pure che chi è cattolico non deve convivere, avere rapporti prematrimoniali, prendere la pillola, abortire, divorziare e quant'altro.
Che non venga ad imporre delle regole - attraverso ingerenze con il potere legislativo dello Stato - a chi non è cattolico!
E i matrimoni in comune allora? A rigor di logica pure quelli non vanno bene!
Tra l'altro io onestamente non sento neppure tutto sto bisogno di una legge che regolamenti le convivenze tra eterosessuali, mi pare che per quello ci sia già appunto il matrimonio civile .
Nonostante la mia storia travagliata e che non arriva ad una conclusione normale credo anche nel matrimonio (in qualsiasi forma), nella promessa che due persone si fanno, nell'impegno che prendono.
Ma sono faccende mie, mie e di chi sta con me. Non sposandomi, avendo rapporti sessuali, usando contraccettivi non credo di ledere la libertà di nessuno, di far male a nessuno. Sono cose che con la mia morale (che, ti assicuro, è ben salda quando si tratta di dar fastidio, ledere la libertà o far del male ad altri) ci stanno. Eventualmente ne parleremo con Dio, più avanti. Ma non certo col Cardinale Ruini o col Papa. Non vado chiedendo assoluzioni a loro, ma che non mi dicano che io "non posso fare certe cose per legge". Mi dicano pure che non sono cattolica, e io gli dirò va bene! Lo so!
Perché si ha così tanta paura della disgregazione della famiglia? Forse perché da dove sta la Chiesa non riesce più a farsi sentire con chi ci va e si dice praticante e allora cerca di chiudere il cancello quando sono già scappati i buoi? Una legge che regolamenti le convivenze impedisce forse a chi è davvero credente di praticare quello in cui crede, di sposarsi in chiesa con tutti i crismi ecc. ecc.?
E forse che quella venuta su un po' strana della Biba non è una vera famiglia? Solo perché si sono sposati dopo avere avuto una figlia insieme? Vale di più la famiglia di sua sorella? E se magari gli uni andassero in futuro più d'accordo degli altri?
E lascio perdere, per altro, il fatto che ci sono principi che regolano davvero i rapporti tra tutte le persone e che dovrebbero essere vessillo del Cristianesimo ma che troppo spesso preti e vescovi e papi dimenticano di ricordare a chi va in chiesa... il perdono, la tolleranza, l'accettazione dell'altro, la generosità, la pace...
Caro ..., concludo qui. Non so se sono riuscita ad essere chiara. Mi vengono più domande che risposte."
17:50:31 -
Claudia -
categoria:
riflessioni
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