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Thu 04 October 07
Alumni
Ce n'è per tutti i gusti! Ieri sera, con l'inizio del corso serale agli adulti, ho aggiunto una ventina di alunni agli oltre 130 che già ho a scuola. 150 persone, cari miei lettori, non sono affatto poche! Ormai di tutti quelli del Setificio e di molti di quelli del serale (perfino i nuovi) conosco almeno il nome di battesimo; ancora qualche défaillance sui cognomi invece, l'ultima cosa che imparo e la prima che dimentico...
Agli adulti bisogna dire che è sempre un piacere insegnare. Diversi come età, esperienze, studi, lavoro e motivazioni per studiare l'inglese, sono comunque tutti accomunati dalla voglia di farlo e sono aperti ad accogliere qualsiasi stimolo volto a rendere piacevole sì ma anche efficace il loro essere lì. Non dico che sia sempre facile fare ciò - le energie si spendono eccome. Però si crea un circolo virtuoso per cui, tanto più loro manifestano la loro soddisfazione tanto più a me viene più voglia di lavorare in un certo modo. Ieri sera sono tornata a casa con un sorrisone, nonostante la stanchezza.
Coi ragazzi è un po' più complessa la faccenda. Prima di tutto ci sono i gruppi. E' incredibile come una serie di circostanze fortuite creino delle classi in cui è davvero bello entrare - ne ometterò l'identificazione ma so bene quali. Lungi dall'essere tutti santi o geni delle lingue, c'è un feeling particolare. E' difficile da spiegare senza sembrare forse melensi, ma certe volte vien voglia di "abbracciare" la classe e dire "Mi state facendo felice!".
Altre classi sono un bel po' più ostiche: il numero elevato (conta, anche se ci sono pure gruppi piccoli e malefici...), la malavoglia, l'orario sfortunato, qualche elemento mal trascinante - si prova un senso di impotenza che fa rimpiangere un lavoro d'ufficio o davanti a un computer...
E, come ho già scritto un paio di settimane fa, non bisogna dimenticarsi che dentro i gruppi ci sono i singoli. Tre ore (o due) alla settimana son proprio pochine per entrare in contatto vero con tutti; io però ci tento sempre, anche se talvolta il peso di timidezze, insicurezze, difficoltà ma anche entusiasmi, curiosità ed eccellenze di così tante persone mi travolge.
In realtà sono partita a scrivere questo post non tanto per ripetermi (che mi sa che rileggendo tutto il blog ho già detto questo o quello qui o là) ma per affermare che mi sento diversa quest'anno. Non nella sostanza di insegnante ma in una certa sicurezza in più che mi fa venire comunque perfino voglia di tentare di far bene anche laddove è più difficile. Nel delirio di un'ultima ora in una classe eterogenea, numerosa, rumorosa ma un po' molle mi dicevo "Devi andare lì in mezzo, devi farcela, devi tirarteli dietro almeno un po'; urlare e lamentarti non serve a niente se è l'unica cosa che proponi, non può che peggiorare la situazione." Vedremo.
Non mi aspetto un anno privo di momenti di sconforto. Ma gli angoli della bocca sollevati verso l'alto più spesso che verso il basso a volte fanno miracoli.
17:32:54 -
Claudia -
categoria:
riflessioni
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