Claudia che raccoglie la sabbia

Il weblog di Claudia

Fri 25 May 07

Cosa aggiungere..

... si può solo aggiungere che il temporale di stamattina ha lasciato forti strascichi e che l'unica "consolazione" è quella di non essere sola in mezzo alla tempesta.
16:17:01 - Claudia - categoria: riflessioni  

Wed 23 May 07

Eppure ritornano...

...le crisi. Professionali si intende. Ci sono periodi in cui le sento più acute, e questa settimana è uno di quelli. Non è tanto l'accumulo delle verifiche da correggere o da scrivere o tutte e due le cose, com'è in effetti, quello poi passa. E' il senso di tutto. Le facce da schiaffi che ti guardano con aria di scherno a prescindere da quello che puoi minacciare o pregare o cercare di fargli capire; quelli che, alle mie proteste di non aver studiato né per fare il carabiniere né per fare la psicologa, con grande sagacia ti rispondono che bisogna sempre affrontare dei rischi che non è possibile calcolare; quelli che si scocciano rumorosamente se li riprendi mentre urlano l'ennesima insolenza o (magari a vent'anni suonati) si picchiano col compagno di banco; e i genitori che non sanno che fare coi figli o che accusano la scuola di incompetenza quando loro, che di figlio magari ne hanno uno, sono riusciti a sbagliare qualsiasi scelta possibile... Fossero tutti personaggi di un film sarebbero perfino simpatici o divertenti o meritevoli di comprensione. Ma io non sono Giorgio Faletti e questa non è la Notte prima degli esami... E' un giorno come un altro in una scuola come un'altra. Certo, ho classi con cui ragiono, classi in cui riesco a lavorare in maniera "normale", grazie anche al fatto che sono una brava insegnante, sono giusta, sono preparata, so essere simpatica, e mi ricordo perfino cosa vuol dire essere studente. Però ci sono momenti in cui non ce la faccio, non ce la faccio... Ed è sempre peggio, intendo dire "generazionalmente". Come si fa? come si farà? Mi piace così tanto insegnare eppure vorrei così tanto poter fare qualcosa d'altro.
22:48:43 - Claudia - categoria: riflessioni  

Wed 16 May 07

Riflessi condizionati

Ancora su come lavora il cervello, ma non nelle lingue questa volta (anche se potrebbe entrarci). Per quel poco che ho studiato (appena più che un'infarinatura), mi sembra che la lotta in questo ultimo secolo sia stata tra comportamentisti e cognitivisti, cioè tra quelli che ritengono che, a partire dalla lavagna vuota che è il nostro cervello alla nascita, apprendiamo attraverso risposte a stimoli rinforzati, e quelli che ritengono che ciò che apprendiamo sia dovuto all'elaborazione degli stimoli ricevuti attraverso strutture cerebrali che già possediamo.
Io questa polemica non l'ho mai capita tanto. E non la capisco per quello che mi succede ogni giorno; a me pare proprio che la verità stia in mezzo.
E' chiaro che non siamo lavagne vuote, è chiaro che veniamo al mondo con un bagaglio di attitudini e circuiti mentali a volte personali, a volte comuni al resto del genere umano. Però non si può negare quanto anche il riflesso condizionato ci aiuti ad imparare.
Esempio: ho due biciclette ora. Una ha la canna da donna, cioè obliqua, e il cestino dietro, per cui è quanto meno difficile scendere con la gamba che passa da dietro. Tutte le bici che ho avuto finora sono state così. L'altra, quella nuova, ha la canna da uomo, cioè quasi dritta, e se si tenta di scendere da davanti, o si è Heather Parisi per natura o il piede si incastra pietosamente con forte rischio cadute. La prima volta con fatica sono scesa da davanti. Almeno quattro altre volte ho rischiato davvero grosso, spaventandomi molto, mentre altre volte mi sono ricordata di passare da dietro.
Ecco, ora tutte le volte che scendo da davanti con la bici vecchia "sento" come se il piede mi si incastrasse e guardo, elaboro, capisco che posso scendere da davanti e lo faccio. Ho imparato che non posso fare sempre la stessa operazione e quindi ho imparato a far caso alla bici che sto usando.
Cognitivisti e comportamentisti di questo mondo, unitevi! E fate attenzione quando andate in bici!
16:03:57 - Claudia - categoria: riflessioni  

Tue 15 May 07

Arretata

Arabo, per me quando leggo di reti è come se leggessi in arabo o cinese o anche solo in portoghese... Ho impiantato una piccola rete, inserendo una scheda ethernet, che non avevo, nel PC vecchio e installando un modem / router wireless. Sono riuscita col portatile a condividere risorse e connessione ad Internet, ma solo perché XP permette di farlo con estrema facilità. In realtà quando vado a leggere il manuale tipo per come aumentare il segnale (che di sotto per internet non arriva - e sempre che si possa, ovviamente) o per come proteggere la rete.... mi perdo tra sigle e nomi per me senza significato...
Quindi yuppi per i successi raggiunti ma sigh per tutto ciò che mi perdo...
16:32:19 - Claudia - categoria: riflessioni  

Mon 14 May 07

Love Actually

Una bellissima passeggiata tra Cermenate e Vertemate con l'Alessio & bimbe ieri pomeriggio è stata il preludio per una serata di commozione da film, che ha portato i solito strani sogni, di cui ho comunque solo un vago ricordo.
Commozione per un film? Sìsì. Erano circa tre anni che volevo rivedere Love Actually, dopo che l'avevo visto al cinema in inglese e mi era piaciuto molto; non è mai passato su Sky e mi sono fatta mandare il DVD, con conferma della mia prima impressione.
Nel film si incrociano 8 storie d'amore - non solo romantico - alcune non del tutto verosimili ma pur sempre auspicabili, alcune non a lieto fine ma certo plausibili. Non c'è un'esplorazione profonda di nessuna di esse ma gli attori di un cast da record sembrano viverle appieno, dai famosi (che sono davvero tantissimi) ai "minori".
L'amore è visto nelle sue molteplici facce; a volte assomiglia al romanzo rosa ma più spesso è semplicemente capace di reinventarsi.
Non è un musical ma la musica lo compenetra, accompagnando ogni episodio coerentemente o ironicamente: è una delle ragioni per cui è importante vederlo in lingua originale. Il titolo stesso prende spunto da una canzone, un po' mielosa e qui anche in un certo senso sbeffeggiata, "Love Is All Around". Già nell'introduzione l'assioma del film viene reso esplicito: "Love ACTUALLY is all around".
Concluderò quindi con la citazione di quanto lo Hugh Grant primo ministro afferma nei titoli di testa:
"Whenever I get gloomy with the state of the world, I think about the arrivals gate at Heathrow Airport. General opinion's starting to make out that we live in a world of hatred and greed, but I don't see that. It seems to me that love is everywhere. Often it's not particularly dignified or newsworthy, but it's always there - fathers and sons, mothers and daughters, husbands and wives, boyfriends, girlfriends, old friends. When the planes hit the Twin Towers, as far as I know none of the phone calls from the people on board were messages of hate or revenge - they were all messages of love. If you look for it, I've got a sneaky feeling you'll find that love actually is all around. "
12:18:26 - Claudia - categoria: riflessioni  

Fri 04 May 07

Rosae

Ultimamente ho una predilezione per le rose. Le mie preferite sono quelle bianche (vado in brodo di giuggiole anche per altri fiori bianchi su alberi e arbusti, ma questo è un altro discorso). Quelle che mi piacciono meno sono quelle rosse ( magari ho qualche antenato della casa di York o qualche antico nemico Lancaster... ). Ma soprattutto resto ad ammirare quelle che si arrampicano sinuose e audaci su per i muri delle case o per i balconi, più dei cespuglioni di rose che alla fine trovo un po' stucchevoli. Chissà se vuol dire qualcosa.
18:49:13 - Claudia - categoria: riflessioni  

Thu 03 May 07

Geni

Sono tornata da una delle belle giornate di Porte Aperte sul Web (sempre troppo rare...) che sono occasione non solo di riflessione e di presa di consapevolezza di quanto ci sarebbe da fare ma anche per vedere molti dei miei uomini preferiti (V escluso, ovviamente).
Ma non è di queste belle persone che voglio parlare per ora (anche se il titolo del post potrebbe indurre a sospettarlo).
No, è che sto rileggendo dopo qualche anno Words and Rules di Pinker, cercando di memorizzare qualcosa in più dell'ultima volta. Orbene, sono arrivata alla parte in cui si parla di Fonologia Generativa, e, benché abbia una grande venerazione per Chomsky, uno degli "inventori" di questa teoria, mi pare che sia... mmm... mah... ostica e nemmeno tanto plausibile. Mi pare di ricordare che poi Pinker, pur seguace di Chomsky, si discosti, trovi una via di mezzo. Che poi pure altri criticano, lo si scopre andando a vedere le recensioni dei libri di Pinker.
E io non so cosa pensare, cosa cercare di imparare. Perché per me quelle persone lì sono un po' geni. Ma poi forse prendono delle belle cantonate. O forse sono gli altri che le prendono? O io. O chi lo sa.
Mi sa che qualcuno si chiederà dove sta il problema. Eh. Il problema sta nel fatto che vorrei capire, che vorrei memorizzare in modo da poter mettere a confronto davvero, formandomi un'idea mia che si basi su teorie che mi sono chiare e che ho assimilato. Già. Come se questo si potesse fare leggendo un po' in treno, un po' a letto o mentre V vede la partita. Mi girano le scatole a dire che magari Chomsky ha sbagliato perché mi piace l'idea che uno come lui abbia più che altro ragione. Mi girano di più ancora a pensare che a dire che ha sbagliato siano altri e che io abbia pochi mezzi per capire chi, secondo me, segue di più la via della verità.
Oh, uffa, forse non dovrei scrivere alle 10 di sera. Mi sembrava semplicissimo quello che dovevo comunicare mezz'ora fa e ora è diventato tutt'altro. A quando una bella teoria sulla bloggologia generativa?
22:31:43 - Claudia - categoria: riflessioni  

Wed 02 May 07

Elogio della lentezza

Qualche giorno fa ascoltavo alla radio una vecchia trasmissione registrata da un medico - ora morto - in merito al suo essersi ammalato di cancro. Pur sottoposto a chemioterapia con tutte le sofferenze del caso, paradossalmente ringraziava dio di avergli donato questa seconda esistenza, in cui ogni sensazione era amplificata, ogni momento goduto al massimo, perfino quelli più intollerabili. Paragonava la sua vita di prima ad un viaggio su un treno ad alta velocità e quella di allora ad un viaggio in calesse.
Periodicamente arrivano e-mail che ci ricordano di vivere come se fosse l'ultimo giorno, intimando di tirare fuori il vestito più bello, di telefonare a tutti gli amici e così via. Questi un po' mi infastidiscono perché banali, scontati, inapplicabili (e le catene comunque sono sempre una roba brutta).
Ma questa trasmissione era diversa, forse perché non pretendeva di insegnare o non augurava la stessa sorte, ma certo faceva capire come ognuno di noi possa imparare a trovare momenti in cui vivere lentamente.
Io sto vivendo tutt'altro che piano ultimamente, peggio che mai. Non riesco mai a fare tutto quello che mi prefiggo, e chi mi sta intorno non è messo meglio. Eppure l'altro giorno mentre mi spingevo su per via Pannilani in bici ribadivo a me stessa che bello che è non prendere la macchina ogni tanto. Che bello che è vedere i colori delle piante ai margini delle strade o dei fiori, sentire i profumi della primavera, guardare le case, poter leggere gli annunci delle case esposti (non per me eh, per gli amici). E che bello arrivare in cima senza scendere dalla bici con un gran mal di cu*o ma una soddisfazione immensa.
Non è la prima volta, e so che ne ho già scritto. Ma è bello lo stesso. E bisogna ricordarlo e ricordarselo.
17:48:04 - Claudia - categoria: riflessioni  

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