Sarebbe semplice. Basterebbe vestirsi, prendere la macchina con qualche bel ciddì e andare. Stasera c'è l'Incredible String Band a San Paolo d'Argon, 90 km da qui, a nessuno sembra interessare e quindi se ci volessi andare dovrei farlo da sola. Ma mi viene il nodo allo stomaco. A me a prendere la macchina mi vien sempre più la non voglia, peggiora ogni anno che passa, qualche anno fa non era così forte. Cioè lo era ma tanto più forte era la motivazione ad andare ai concerti.
Un po' è pirgizia. Un po' è paura. Anzi diciamo che molta è paura, paura che mi succeda qualcosa in strada, paura di addormentarmi. Un po' è anche l'odio sfegatato del traffico: affrontare i lavori in corso che pervadono le nostre strade, e poi la A4 verso Bergamo al rientro dal lavoro. Bleach. E un pochino è anche questa voglia di casa, sempre più decisa. Non so cheffare.
Però cavolo è l'unica data in Italia, e poi così potrei vedere Gigi e forse Giovanni. Però se poi è una palla (l'ISB ha fatto cose pregevoli ma anche tante cose barbosissime)? E poi non c'è Robin Williamson (che se ci fosse stato andavo de cursa!).
Vorrei essere come V. Lui si fa 300 km in una sera e non la mette mica giù tanto dura (carino è). Vabbè dai forse vado. O no? O ca**o!!!!!!
Mi pare che
qualcuno lo scorso anno abbia usato questo verbo con relativo complemento "emozioni" per spiegare perché aveva bisogno di un po' di tempo da solo. Ed è un po' la necessità che provo anch'io, quella di "raccogliere le emozioni", non tanto in relazione ad una situazione sentimentale, quanto a questi ultimi 10 giorni coi nipoti, conclusisi ieri.
Inizialmente c'è stata grande frustrazione. E' molto strano rivedere dopo un anno persone a cui vuoi bene per default ma che in realtà avrai visto sì e no due, forse tre mesi (frammentati) della loro (e della tua) vita.
E' ancora più difficile accettare che non amino quasi niente di quello che ami fare tu, che il loro modo di divertirsi sia così diverso dal tuo alla loro età, che non riescano a comunicare nemmeno col sorriso (bensì con un grugno) con le persone che non conoscono e che magari sono contente di vederli o conoscerli ... In effetti questo credo di non essere riuscita a farlo, forse non mi verrà davvero mai.
Così quando brontolavano per la lunghezza del viaggio in battello, o peggio ancora quando mi hanno fatto venire via dalla piscina dopo un'ora, o tutte le volte che non hanno salutato le persone andandosene o incontrandole, o quando guardavano schifati certi cibi, be' tutte quelle volte lì e di più mi hanno fatto innervosire tantissimo. E anche piangere: dopo la storia della piscina ho davvero avuto uno sclero tale da far preoccupare la Julia...
Poi però ci sono stati anche momenti molto belli, come la giornata a
La Torbiera ad Agrate Conturbia, un parco faunistico. O quando mi hanno detto che l'omelette era molto buona. E la pastina (la pastina, ca**o, amano la pastina ma non mangiano le ciliegie o gli gnocchi...) . O quando Richard si è scusato per la piscina. O quando la Julia giocava con l'Alessandra (figlia di mio cugino, 8 anni) e parlavano un po' in inglese e un po' in italiano...
Così insomma è un po' inevitabile che ieri, quando se ne sono andati, abbia pianto ancora tanto.
In realtà poi non è mica tutto qui. C'è il fatto di avere un così grande desiderio di famiglia e al contempo una famiglia così bizzarra dal punto di vista degli affetti.
E' un po' strano in effetti che sia motivo di gioia, a 40 anni suonati, il fatto che mia mamma non solo non abbia fatto storie sul venire a casa mia sabato sera per una cena informale con lei, mia sorella, la Ferdi (appena arrivata), sua mamma (amica della mia), Antonello, l'Ema e V, ma si sia pure divertita! E che mi abbia fatto i complimenti per come sono stata brava e che sptt mi abbia detto quanto è simpatico V, fatto domande su di lui, fatto altri commenti tutti positivi... Una specie di primato dell'8 luglio 2006, a un anno esatto dal mio primo post sul mio primo incontro di persona.
Sono tutte cose "normali"; le famiglie si ritrovano, mangiano insieme, conoscono i rispettivi partner senza problemi... E sptt parlano, raccontano, confidano. Ma per me è un evento straordinario. E così ne sono felice ma anche conscia che forse è ridicolo esserlo.
Tornando ai nipoti... Be' devo dire che ho trovato la Julia cambiata. Meno rognosa, ancora timida ma un po' più sorridente, ancora solitaria nel suo scrivere ma più "grande" nel parlare, meno pronta ad inzingare gli altri due l'uno contro l'altra, molto più adulta, ora che, a 17 anni, andrà al college da sola nell'Oregon. Mi terrorizza un po' sto fatto... Speriamo che tenga la testa sulle spalle.
Quanto agli altri due, posso dire che mi incuriosice sapere come cresceranno, così americani come sono, eppure così figli dei loro genitori europei...Mah.
Ora ho un po' di stanchezza addosso. E necessità di recuperare i miei spazi pur nella solita pigrizia che mi caratterizza.
E nella mia testa gironzola la solita domanda "Chissà se sarei stata una buona mamma".
Non è per l'aver vinto la Coppa del Mondo, ieri sera, che inserisco questo post, ma solo perché è interessante sapere da dove viene la parola "Italia".
Ho trovato le informazioni nel servizio "la palabra del dia" e non si può dire che gli spagnoli che lo gestiscono abbiano fatto questa scelta per piaggeria, visto che il messaggio è stato spedito ieri mattina. Lo lascio in spagnolo perché non ho voglia di tradurre... (si sappia solo che "ternero" significa "vitello", ma questo è desumibile anche dal testo...). Certo, vi si potrebbe fare sopra anche qualche filosofia, ma adesso non ne ho l'ispirazione.
Italia
Cuando la hegemon?a etrusca iba llegando a su ocaso con la expansi?n de los latinos, los pueblos del sur, en particular los oscos, umbros y otros pueblos del centro y sur de Italia pose?an un numeroso reba?o bovino. En la lengua de los oscos, el acusativo vitluf (a los terneros) dio lugar en lat?n a vitellus (ternerito), palabra proveniente de vitulus (ternero de entre uno y dos a?os). Estas palabras se derivaron del indoeuropeo wet-olo (de un a?o cumplido), formada a su vez a partir de wet- (a?o), también presente en ?veterano? y ?veterinario?.
El ganado vacuno era tan importante para estos pueblos que adoptaron como emblema la imagen de un toro joven, que aparece en algunas monedas de la época, con el nombre de vitalos, que en poco tiempo se convirti? en italos, nombre con el que se denomin? a las tribus del sur, pero que con el tiempo incluy? también a los latinos.
Hacia mediados del siglo I, Italia era usado en lat?n para designar a la Pen?nsula, e itali, -orum para sus habitantes.
En castellano, el nombre Italia aparece por lo menos desde el siglo XIII, como en este trecho de la General estoria, de Alfonso X:
Tu uas buscar los regnos de italia que numqua uist ni sabes o son.