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Sat 23 September 06
De docenda
Sembrava che dovessi commentare ogni singola giornata di scuola e invece è già ora di fare un bilancio delle prime due settimane.
Be', nelle due prime e nelle due seconde vado davvero con molta tranquillità mentale. Ovviamente è presto per analizzare dei risultati, per ora posso solo osservare delle potenzialità, ma mi sembra che il lavoro sia un po' più facile che al Pessina, che il terreno sia un po' più globalmente fertile. I test d'ingresso di prima mostrano che qualcosa c'è già (anche se preferisco non pensare a cosa potrebbero saper fare dopo anche solo i tre anni di medie, all'età in cui i neuroni dell'apprendimento delle lingue non si sono ancora totalmente esauriti); in seconda sto ancora facendo ripasso, ma ho trovato una certa disponbilità e abbastanza interesse. In tutte e 4 le classi mi sembra ci sia anche simpatia reciproca.
La quinta... be' la quinta è composta da 23 persone di cui l'80% ragazzi. C'è un livello di rumore che a volte supera il sopportabile. Sono molto simpatici e tutt'altro che sciocchi, ma la soglia dell'attenzione per molti si supera in pochissimi minuti, poi bisogna fermarsi, rimproverare, ricominciare...
E la terza... oh la terza. Sto lottando con tutta me stessa per non perdere già le speranze. Nel test d'ingresso ho avuto ben tre sufficienze su 25. L'altro giorno sono sclerata con uno, poi la Preside mi ha detto che bisogno invece fare attenzione con lui per non perderlo del tutto, che ha una situazione particolare...E ho già sbagliato dunque. Quando mi spazientisco e grido poi non posso fare a meno di pensare a quei programmi che trasformano i monelli in angioletti. Una delle strategie è ignorare il capriccio o lo schizzo, in modo da annullare il desiderio di attirare l'attenzione, di mettersi in mostra. Un'altra è lodare - quindi rinforzare - i successi. Immagino che qualcosa di simile possa valere anche a scuola. Io in effetti ho sempre cercato di mettere in pratica la seconda ma la prima... Non so.... Cerco di non usare armi di dissuasione classiche, dalle note ai voti negativi (che trovo particolarmente assurdi), cerco di ragionare un po', ma alla fine do fuori. E non so mai se sbaglio o faccio bene.
Nessuno ti insegna davvero queste cose. Ci sono tanti libri sulle strategie didattiche ma ben pochi su come gestire un gruppo numeroso composto da elementi di grandissima diversità, sia nel comportamento che nell'interesse che nelle capacità. Così non so mai il bene o il male di chi faccio comportandomi come mi viene di fare. Forse un personal trainer che osservi, diagnostichi, provi a dare strategie personalizzate sarebbe utile.
Non so nemmeno se il fatto di cercare la simpatia dei miei alunni sia del tutto giusto o no. Mi piacerebbe capire se è un segno di debolezza, se, senza essere una st****a odiosa, dovrei mostrare maggior fermezza, avere più autorità - pur senza essere autoritaria, tenere maggior distanza. Sono troppo empatica?
Forse farsi queste domande all'inizio del 15? anno di ruolo è assurdo. Forse avrei già dovuto trovare delle risposte. Ma non è così.
Fatto sta che stamattina ero agitata perché, nonostante dovessi fare solo le ultime due ore della mattina (è sabato), erano proprio una in quinta e una in terza. Sono sopravvissuta, ho avuto anche momenti in cui mi pareva di tenere il filo, qualche minuto di seguito perfino di silenzio in terza, addirittura alcune domande molto sensate di ulteriori spiegazioni da uno dei peggiori (immediatamente lodato); ma nei momenti di confusione, oppure al percepire il disinteresse rumoroso di quelli in fondo in quinta non ho mancato di farmi prendere dallo sconforto, e questo è male.
Continuamente mi dibatto tra la convinzione di essere una buona insegnante e quella di non esserlo abbastanza per certi bisogni che ci sono nella scuola, tra l'entusiasmo per un lavoro che ho scelto e la voglia di trovarne un altro in cui meno si abbia a che fare con gli umori e i problemi di un centinaio di persone...
17:01:37 -
Claudia -
categoria:
riflessioni
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