Claudia che raccoglie la sabbia

Il weblog di Claudia

Thu 27 April 06

Urca

E' già passata oltre una settimana da quando ho scritto l'ultima volta! Del resto, tra un ponte bellissimo con V e una settimana semi-corta a scuola si perde il ritmo!
Oggi pomeriggio ho dormito un'ora; è tutto il giorno che sbadiglio, perfino in macchina tornando a casa mi sarei fermata a metà via Rienza! Chissà perché, non ho riposato peggio del solito la notte scorsa - neanche meglio ma vabbè.
Strane sensazioni quando si dorme di pomeriggio. Si sogna in continuazione ma quello che resta sono soltanto degli snippets senza un filo, senza una storia. Da quando sono sveglia mi continuano a venire alla mente immagini che però non mi pare siano di sogni di oggi, anzi mi paiono di molto tempo fa.
Poi c'è quest'aria strana, di questa primavera che un po' c'è e un po' non c'è. A scuola congelavo; sdraiata sul letto sotto il plaid invece respiravo i profumi dell'erba e dei fiori dei giardini qui intorno e l'elettricità del cielo che si rannuvola e temporaleggia.
Insomma, il mio dovere l'ho fatto, ho scritto una verifica, ho preparato alcune cosette, ho pulito un po' , ho sistemato i balconi ma tutto come se fossi staccata da me, come in attesa.
18:59:33 - Claudia - categoria: diario  

Thu 20 April 06

For the Longest Time

Canzone.... Oh, insomma, inizio domani a smettere.
Non la copio qui no, ok, ne linko soltanto il testo.
E' bellissima, parole e musica.
Del resto l'ho risentita per caso a Barcellona, e me lo sono segnata che dovevo ritrovarla... Sarà stato un caso?
Bravo Billy.
http://www.duchessathome.com/music/longesttime.html
18:46:07 - Claudia - categoria: spunti  

Persa

Sìssì, ho una lunghissima lista di cose da preparare oggi pomeriggio e l'unica che ho fatto è stata quella di scrivere la verifica di 4^A (che era cmq l'impegno più gravoso). Per il resto mi sono persa, persa a rileggere il MIO blog al posto di quelli di altri. Non potendo pretendere di rivedere tutto mi sono concentrata sulla categoria "riflessioni" fino al gennaio appena passato. E' bello. Sissignori, questo blog è bellissimo, è pieno di idee, di spunti, di sentimento, è ben scritto... è solo poco commentato... Tra un po' farò come Baudolino che scriveva lettere d'amore alla sua amata e si rispondeva da solo... Ma la Christine dov'è finita????
16:41:57 - Claudia - categoria: diario  

Words don't come easy to me

Ricordo le lunghe discussioni con Ferretto in quinta, se venisse prima il pensiero o prima la parola.
Io resto della mia idea di allora, peraltro avvalorata anche da Pinker, e cioè che la prima scintilla sia il pensiero. Sono troppe le intuizioni che sento di avere per le quali la lingua mi tradisce.
D'altra parte ora comprendo di più anche quanto sosteneva lui. Il pensiero si scontorna, diventa tanto più netto e più profondo quanto più incisivamente si riesce a comunicarlo a se stessi e agli altri. E lì spesso casca l'asino - per me. Non sempre l'ipotiposi mi è amica, così come non lo è la metafora.
So di scrivere bene, di avere molta capacità autocritica, so cercare, controllare, modificare e rimodellare. Però istintivamente le parole giuste faticano a venire. Lo si capisce quando parlo, specie se sono emozionata o nervosa. E per giuste intendo le parole che dicono tanto in poco, che consentono di usarne il meno possibile.
Lo capisco confrontandomi con ciò che leggo, non solo libri ma anche taluni blog, come quello di V, che in talune parti conosco a memoria ma che non manca mai di suscitare immagini ed emozioni.
Paradossalmente per me il bisogno di verbalizzare è fortissimo. Da quando ho questo blog mi sembra quasi di vivere ciò che mi capita in funzione di come ne scriverò, e quando, per necessità o opportunità, mi autocensuro, è come se una parte di me bussasse forte per venire fuori.
Talvolta mi par quasi di temere altri modi di comunicazione, per quanto li ritenga vitali.
E' paura che ciò che non è detto non sia altrettanto sentito o sia passibile di troppe diverse interpretazioni; così per i gesti, gli sguardi, la musica, le immagini.
Che lotta. Accettare e migliorare me stessa e capire e accettare gli altri. Bello però. Vitale appunto.
11:50:51 - Claudia - categoria: riflessioni  

Wed 19 April 06

Quote

"Una porta non è una porta se non ha un palazzo intorno, altrimenti sarebbe solo un buco, che dico, neppure quello, perché un vuoto senza un pieno che lo circonda non è nemmeno un vuoto"
U.Eco "Baudolino"
16:44:01 - Claudia - categoria: spunti  

Cure

Nella mia indole c'è una mamma che ha gioia nel prendersi cura. Così è molto più bello fare la spesa sapendo che uno yogurtino o un tipo di biscotti potranno piacere a V quando viene, ed è importante avere le ciabatte o lo spazzolino o la salvietta pulita lì ad aspettarlo.
Nella mia indole c'è una bimba che ha gioia nell'essere accudita. Così è stato bellissimo trovare la colazione, il pranzo, la cena, preparati con cura, con perizia, con affetto - e il vino e il salame e gli yogurtini e i sottolio.
16:27:18 - Claudia - categoria: diario  

Punteggi

10 a 0
Meglio dire, fare, baciare, lettera o testamento?
15:24:17 - Claudia - categoria: riflessioni  

Canzoni

Mentre riordino la mia collezione di mp3 penso che bisognerà pure che un giorno o l'altro la pianti di ascoltare sempre le parole delle canzoni pensando che andrebbero bene da dire in questa o quella situazione. Cavolo però...
L'altra cosa un po' paradossale è che mentre passo ore e ore in silenzio senza nemmeno la radio di sottofondo non appena mi metto a guardare i dischi che ho o gli mp3 appunto mi vien voglia di ascoltare tutto in una volta sola. E la pazienza?
15:18:08 - Claudia - categoria: riflessioni  

Fri 14 April 06

Buona Pasqua

Un po' in anticipo ma domani vado da V. qualche giorno.
Ci voleva!
18:44:55 - Claudia - categoria: diario  

Thu 13 April 06

Ziitudine

Nei miei disfattistici deliri politici di questi ultimi giorni, mi ero dimenticata di scrivere un aspetto molto importante della mia vita, i nipoti adottivi!
Eppure è stata una settimana importante! Domenica ho visto Guendi e Matilde, uno spettacolo. E' incredibile pensare a come sia diventata grande la Guendi, mi sembra ieri che ancora non parlava...(e ora racconta barzellette improbabili :-) ) E che dire della Matilde, che fino a qualche mese fa non si staccava dalla sua mamma e adesso ride, abbraccia e chiama: "Iaia" e "Lollo".
Ieri sera è stato il turno dei fantastici Chiara, Tommaso e Pietro. Nonostante li veda quasi meno delle prime due, c'è sempre un filo tra noi. Quando la Cris mi racconta di come sono contenti se sanno che arrivo e i disegni (bellissimi!) che fanno spontaneamente per me - mi commuovo, mi fa bene, è qualcosa che dà più di senso alla mia esistenza stessa, un po' come la poesia che la Guendi ha scritto per il mio compleanno.
Ieri poi ho anche incontrato Paolo e Cristina, che finalmente hanno potuto avere con sé Mehala, dopo oltre un anno di attesa. Da far scoppiare il cuore, quella bimba! Coi suoi bacini e i suoi sorrisi ha portato altro sole alla mia giornata.
Meno male!
10:20:18 - Claudia - categoria: persone  

Wed 12 April 06

E la risposta...

...letta sulla Provincia di oggi certo non mi fa star bene; continuo ad andare in giro un po' come un fantasmino, sarà la PMS.
La risposta dicevo, quella alla lettera di ieri... talmente veloce che c'è quasi da sorprendersi. Una risposta tutta comasca che certo non val la pena di riportare per intero. Le solite palle. Accogliamo tutti a patto che stiano alle regole. Quelle secondo le quali non si rompono i coglioni alla brava gente operosa e onesta (???) . E poi, cosa c'entrano le storie di 3000 anni fa (ma allora cosa ca**o c'entrano i celti quando li tirano in ballo???) ecc. ecc. ecc.
Due terzi dei comaschi hanno votato per il cdx. Ma allora l'altro terzo lo conosco tutto io. Evidentemente.
17:53:19 - Claudia - categoria: riflessioni  

Certe volte...

... il cervello mi si arrotola così tanto, perdendosi in pensieri su ciò che è giusto e su ciò che è sbagliato, su ciò che vorrei e su ciò che ho, su ciò che è lecito o non è lecito chiedere, chiedersi o aspettarsi, che non riesco più a distinguere se sto bene o se sto male.
14:57:34 - Claudia - categoria: riflessioni  

Tue 11 April 06

Lettera dall'Oregon

Voglio copiare qui la lettera pubblicata qui oggi sulla Provincia di Como. In questa giornata in cui mi sento come se fossi stata lasciata da qualcuno o come quando mi venne comunicata la notizia della malattia di mio padre 24 anni fa, ecco parole che condivido e che vorrei fossero graffitate sulle case di tanti comaschi, con vernice indelebile e che riappare ad ogni ripittura.
****************
RUMESH
Credo che nella convalle qualche cosa si sia inceppato
Ma che città è mai diventata Como? Agenti armati che vanno alla ricerca di graffitari?
Morire per il desiderio di lasciare un segno su qualche muro della città? E? veramente questo il pericolo maggiore contro cui i comaschi chiedono di mettere in campo le forze di polizia locale? Se così è, credo che ci sia qualcosa che si è inceppato nella convalle.
Non scrivo per criminalizzare chi ha sparato. Scrivo per far riflettere i comaschi su qualcosa che è cambiato nella loro città e che forse faticano a vedere o ad accettare.
Sotto la spinta del nuovo portato dalla globalizzazione, la città si sta chiudendo a riccio.
In un mondo che diventa sempre più diverso culturalmente e competitivo economicamente, la città fatica a reagire. Preferisce difendere quello che ha, senza comprendere che piano piano anche quel poco che ha se ne andrà. Inesorabilmente. Cosa fare?
La risposta sta scritta sulla lapide che i comaschi hanno fisso sulla facciata della torre medievale di Palazzo Cernezzi, in via Vittorio Emanuele - ma che di essa pare si siano dimenticati. E? l?incisione che riporta le parole di Strabone sulla fondazione di Como ad opera di cinquecento neo comites nel 59 a.C. Coloni greci che nulla avevano a che fare col sostrato celtico della popolazione locale. Quelli che oggi chiameremmo extracomunitari?
esattamente come la famiglia di quel ragazzo che ha avuto la testa trapassata da un colpo di pistola. Fu grazie all?apertura a genti diverse e alla cultura mercantile di queste genti che Como iniziò a prosperare nei commerci tra i Latini e le popolazioni transalpine.
Oggi la globalizzazione chiama di nuovo all?apertura. Apertura alle sfide di un mercato globale e di una società multiculturale.
Ma la città fatica ad aprirsi. Sia per ragioni demografiche, sia ecomiche. Como è una città che invecchia. La popolazione superiore a 65 anni è il doppio della popolazione tra 0 e 14 anni. Le nascite di bambini extracomunitari sono le uniche che le consentono di far fronte al declino demografico.
Dal lato economico, la crisi strutturale del comparto tessile ha inciso fortemente sulla crescita del valore aggiunto che, tra il 1995 e il 2003, facendo registrarre un modico 2,7%, ha posto la provincia di Como al 99? posto su le 103 province italiane.
Una città vecchia e preda di una crisi economica produce sentimenti di chiusura, insicurezza e sfiducia che si riflettono nelle politiche di governo territoriale. Così la città preferisce dire di no ai nuovi extra-comunitari
che chiedono uno spazio dove poter pregare il loro Dio, anziché affrontare questa sfida sulla base di un progetto volto ad integrare e valorizzare, e non escludere e marginalizzare la diversità. E così preferisce pure curarsi del nitore degli intonachi dei propri edifici, allestendo forze di polizia locali anti-graffittari, senza dubitare che le minacce alla sicurezza della città si nascondano altrove.
C?è qualcosa di perverso e assurdo in questa logica che spinge alla chiusura e alla difesa ad oltranza della ?nostra? identità e della ?nostra roba?. In un mondo globale, non è certo una politica di difesa che può portare a nuova crescita. Occorre che la città si fermi e rifletta su se stessa, sui propri obiettivi, sui propri progetti. La sensazione invece è che preferisca curarsi del proprio intonaco, evitando di affrontare i problemi sociali ed economici che quell?intonaco nasconde.
Forse una passeggiata in via Vittorio Emanuele, sotto la Torre di Palazzo Cernezzi, può essere di consiglio per una città che ha di nuovo bisogno di aprirsi al confronto, alle sfide e al coraggio di rischiare.
Marco Antonsich
Boulder - Colorado
19:20:39 - Claudia - categoria: spunti  

Bah

Siamo un paese di merda che nella sua classe politica incapace riflette quello che è. Non c'è speranza, i miei amici e i loro figli non potranno cambiare questo stato di cose, continueranno a prevalere le piccolezze, i particolarismi, i personalismi, i tanto a me chemmefrega, salvo poi lamentarsi quando si viene toccati.
Non c'è visione d'insieme da parte di nessuno, non c'è capacità di prevedere le conseguenze di quanto si decide di fare, non c'è strategia e anche la tattica somiglia più a un andare a tentoni.
Eppure talvolta pare che non sia così. Alle manifestazioni sembra diverso. Ma per forza, perché gli altri - la maggioranza - sono chiusi nelle loro case e nelle loro idee, magari guardano, disdegnano, deridono, i loro confini sono segnati dalla loro porta d'ingresso.
Sto quasi peggio di 5 anni fa, anche se, per un pugno di voti, forse e diciamo ancora forse, il centro-sinistra ha prevalso. Sto peggio perché questo risultato così ambiguo, così italiano, non fa che rafforzarmi nelle mie idee, nelle idee di quando a 15 anni raccontavo ai miei amici inglesi perché mi vergognavo di essere italiana, e me ne vergognavo.
08:49:55 - Claudia - categoria: riflessioni  

Mon 10 April 06

Freddo

Dio se non la smette di fare questo freddo allucinante emigro - non so dove ma emigro. Poi dipende anche dai risultati che usciranno oggi. Potrebbe venirne un freddo gelido anche dentro, ragione di più per emigrare.
Meno male che ieri, nonostante il tempo uggioso e novembrino, è stata una bellissima domenica.
Siamo andati a mangiare in Valsassina, in compagnia di Biba & Co. Calore dell'amicizia, dell'affetto, del cibo e dei luoghi. Ci vorrebbero più giornate così alla settimana e meno come quella di oggi...
12:11:15 - Claudia - categoria: diario  

Fri 07 April 06

Mogia

E' l'aggettivo che ha usato V ed è proprio così che mi sento. Sarà il freddo che non va via. Saranno i pagellini che incombono (tra mezz'ora...). Saranno le notti agitate. Sarà l'ansia pre-elettorale. Sarà che non ho la scintilla. Ma soprattutto, dopo una telefonata di un'ora e mezza ieri sera con un'amica, è la consapevolezza che tante persone non sono capaci di non far male ad altre - e non involontariamente, come quando uno è amato senza riamare, bensì dietro il paravento della propria grandezza di sentimenti, del proprio eloquio, della propria confusione.
Di persone così ne ho incontrate sulla mia strada. Alcune mi hanno fatto stare molto male. Ma mi dà dolore anche quando sono amiche o amici a soffrire per chi, visto da fuori, proprio non è degno. Muri di gomma che san solo far rimbalzare frasi ad effetto e proclami poetici ma che non solo non si fanno davvero guardare dentro ma soprattutto non rispondono mai quando si chiede loro di prendere delle decisioni o di spiegarti.
Il fatto è che lasciano segni indelebili. Belle persone intelligenti e sensibili passano tantissimo tempo senza poter credere che questi davvero siano così, e si autoaccusano: sono loro che hanno sbagliato.
Ricostruirsi, al risveglio dall'incubo, non è sempre facile. Certo se ne esce più forti, talvolta più circospetti, ma anche con un bel po' di cicatrici che si sa, tanto belle non sono.
14:50:12 - Claudia - categoria: riflessioni  

Thu 06 April 06

Pride and Prejudice

Pride and Prejudice è uno dei miei romanzi preferiti di tutti i tempi. Lo lessi in quarta, quando stavamo studiando Emma in classe. La Austen mi è sempre piaciuta per la sua prosa settecentesca, ricca ma non pomposa, per quei suoi paesaggi così vividi, per le sue storie a lieto fine pur non banali, arricchite di momenti di suspense e di colpi di scena, per il suo porgerci personaggi a tutto tondo, con sfumature, contraddizioni, cambiamenti.
La prima versione cinematografica che vidi (forse neanche tutta) fu quella del 1940; un classicone con un cast di tutto rispetto (Laurence Olivier in testa) e una sceneggiatura addirittura di Huxley. Ma non mi piacque. Lo trovai affettato e anacronistico, laddove il romanzo rimane fresco e attuale.
Qualche anno fa comprai e vidi il DVD dello sceneggiato della BCC, del 1995, che aveva a suo tempo portato alla fama Colin Firth e ispirato la creazione di Bridget Jones. Diversi miti messi insieme... (per me, ovviamente...). Ben fatto, fedele, con personaggi spessi come nel libro, dialoghi conformi, attori credibili nonché ambientazioni, scenografie e costumi filologicamente corretti. Un capolavoro.
E ieri sera il film più recente, dello scorso anno, con una Keira Knightely che ormai si vede dappertutto. Non spiacevole ma per nulla memorabile. Certo, le 5 ore dello sceneggiato contro le 2 del film non possono che risultare vincenti se nel film si è costretti a tagliare qualsiasi momento di suspense (ogni situazione problematica si risolve in pochissimi minuti) e a risparmiare moltissimo sulla psicologia dei personaggi. Però.... Forse qualcosa di meglio si poteva fare? La Knightely è brava, anche meno bella di quanto la ricordassi (Elisabeth Bennet non può essere troppo bella), simpatica ma piatta (e non solo di petto...). Non sono riuscita ad empatizzare. Matthew Macfadyen, Mr Darcy, è abbastanza azzeccato fisicamente e non recita certo male. Piattino anche lui però. Belli i paesaggi e le ambientazioni molto "da quadro" ma i costumi (e di questo ho letto la critica) pare non siano sempre credibili, né lo sono alcuni comportamenti. C'è un ammodernamento che non ha il coraggio però di esserlo completamente...
La storia comunque è sempre la prima attrattiva, per noi donne intendo... la lacrimuccia in fondo ci scappa. Chi non vorrebbe "sentirsi morire di felicità" come Jane dopo che Bingley si è finalmente dichiarato. Chi non vorrebbe provare l'emozione di ritrovare l'amore prima rifiutato e poi ritenuto perduto, come succede a Lizzie con Darcy?
Forse nella vita vera queste cose non succedono. Forse nel '700 era diverso. Forse nella mente della Austen si voleva che lo fosse. Mah. Però, un po' di invidia, anche qui...
16:43:07 - Claudia - categoria: spunti  

Wed 05 April 06

Invidia

Onestamente certe volte non riesco a non provare invidia per tanti blog, simili al mio, i cui post sono inondati di commenti. Scrivo qui perché è importante prima di tutto per me, lo è stato fin dall'inizio e continua ad esserlo. Però un dialogo, un feedback... Peccato.
19:22:18 - Claudia - categoria: riflessioni  

On-line learning

Ho trovato questo sito canadese, http://international.ouc.bc.ca, che, utilizzando tecnologie audio e video, propone attività per migliorare il proprio inglese.
Si può per esempio lavorare sulla pronuncia (ovviamente variante nord-americana), oppure assistere a vere e proprie lezioni grammaticali in video, corredate da qualche esercizio. Vi sono molti altri spunti. La costruzione del sito lascia un pochino a desiderare (usano ancora i frames...) però può essere un indirizzo utile.
18:07:57 - Claudia - categoria: spunti  

Witness

Ieri mattina mi sono innervosita molto. Sono stata infatti messa sotto torchio dal padre della ragazza investita la settimana scorsa, che probabilmente ha visto troppi telefilm di Perry Mason. Francamente non capivo perché dovesse volermi parlare, ma l'ho incontrato sulle scale insieme alla collega di Diritto, mentre si accingeva a salire dal DSGA per compilare la richiesta di risarcimento dall'assicurazione che gli alunni hanno anche per incidenti "in itinere". Inizialmente sembrava voler capire un po' come erano andate le cose e sembrava sinceramente solo molto contento che la ragazza si fosse risparmiata ferite ben peggiori. Poi però quel suo insistere, quel suo dire "è molto importante che mi dica esattamente" mi ha insospettito. Io ribadivo che, conoscendola, avevo notato J che usciva dal bar visibilmente (e anche oggettivamente) in ritardo, poi lei che attraversava e l'impatto con la macchina; a quel punto avevo, spaventatissima, girato lo sguardo per non vedere e ricordavo soprattutto gli urli. "Ah! allora vede anche lei dice di aver visto e invece ha visto solo dopo, ha sentito solo gli urli; tutti dicono di aver visto e invece no!" No, guardi scusi ma io l'impatto me lo ricordo bene, è a quel punto che ho girato lo sguardo perché avevo paura che l'ammazzasse e non ce la facevo a guardare. "Ma era più vicino al marciapiede o più in mezzo alla strada?" Io la ricordo appena scesa dal marciapiede. "Non è possibile". La conversazione è andata avanti così, coi "dovuti" commenti sul fatto che gli extra-comunitari devono seguire le regole, che lui che è extra-comunitario in Svizzera deve avere l'automobile super a posto sennò se investe uno lo deve pagare per buono... e che probabilmente la macchina era scassata, e poi la guidatrice non ha frenato subito, e forse la visibilità non era buona sia per la pioggia che per un vetro forse rotto sul parabrezza... E' finito, al mio ribadire che potevo solo dire quello che ricordavo, ben conscia dei buchi che c'erano, dicendo che "aveva smontato la mia testimonianza"... Mah. Cosa vuole dimostrare? Cosa vuole smontare? Io non ho inventato dettagli, so che ho solo dei flash in mente; purtroppo non abbiamo funzioni di pausa e rewind quando assistiamo ad una cosa del genere. Non mi vengano però a dire che è colpa dell'investitrice o che io non ho visto nulla. Se J non si fosse fermata a prendere il caffè e non fosse uscita dal bar alle 8.15 quando la campana suona alle 8.10, se non si fosse precipitata in mezzo alla strada non le sarebbe successo proprio nulla. Vogliono davvero "fare l'investimento (mai parola più azzeccata) della vita" come ha ipotizzato il DSGA, chiedendo un risarcimento milionario all'assicurazione dell'investitrice? Con che prove? Già le assicurazioni fanno le pulci normalmente, figuriamoci in questo caso. E mi chiedo, se fosse stato un cavolo di SUV (io odio i SUV) guidato dal tipico comasco tracotante che, se via Milano è libera, probabilmente la percorre a 80 all'ora, avrebbe avuto queste pretese? A parte che probabilmente si sarebbe davvero trovato la figlia spiccicata. Mamma mia che nervi.
15:30:28 - Claudia - categoria: persone  

Sono co**iona e me ne vanto.

Ieri Berlusconi ha insultato gli elettori del centro-sinistra definendoli "coglioni". Io un po' ci godo quando fa queste cose perché si dimostra esattamente per quello che è.
Ma li ha poi davvero insultati? Allora, se cerco sul dizionario trovo conferma di quanto già avevo in mente.
"Avere i c." = essere decisi, risoluti, oppure abili nella propria professione. E' esattamente quello che ci auspichiamo, speriamo che il centro-sinistra di c. ne abbia tanti tanti tanti!
"Rompere i c. a qualcuno" = dargli fastidio, annoiarlo. E' esattamente quello che B. ha fatto agli elettori del centro-sinistra, li ha proprio fracassati!
"Avere qualcosa, qualcuno sui c." = detestarlo. Anche questo si applica benissimo alla situazione reale: ce lo abbiamo avuto addosso per 5 anni e ora lo detestiamo più di prima.
"Gli girano i c." = è arrabbiato. Speriamo davvero che gli elettori, quelli indecisi, lo siano e si ... girino dalla parte giusta quando andranno a votare.
"Levarsi dai c." = andarsene. Non c'è augurio migliore di questo...
08:14:18 - Claudia - categoria: parole  

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